Sono aironi, garzette, gallinelle d’acqua e fagiani comuni gli "ospiti ponte" tra le aree umide e gli allevamenti avicoli del Nord Italia. Nuove evidenze scientifiche.
L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) ha pubblicato uno studio di eco-epidemiologia sulla catena di trasmissione del virus dell’influenza aviaria dagli uccelli selvatici al pollame allevato nel Nord Italia. Alcune specie selvatiche- come aironi, garzette, gallinelle d'acqua e fagiani comuni- potrebbero rappresentare degli anelli importanti della catena, come "ospiti ponte".
Secondo il Laboratorio di epidemiologia e analisi del rischio in sanità pubblica- curatore dello studio pubblicato su
Transboundary and Emerging Disease- queste specie potrebbero mettere in collegamento le aree umide frequentate dalle specie in cui il virus si mantiene (come germani reali e gabbiani) e gli allevamenti avicoli.
Associazione tra la distribuzione dei focolai e quella delle specie selvatiche - Lo studio ha confrontato la distribuzione geografica dei focolai in allevamenti avicoli registrati nel Nord Italia (Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto) durante l’epidemia di influenza aviaria del 2017/2018, con quella di 40 specie di uccelli selvatici presenti sullo stesso territorio, identificate da una ricerca svolta nel 2019 tramite fototrappole installate nei pressi di 10 allevamenti.
Il cluster degli ardeidi- I ricercatori si sono basati sui dati di rilevamento relativi alle specie e al territorio considerati disponibili nella libreria online eBird. Le conclusioni sono che il cluster comprendente la maggior parte delle specie appartenenti alla famiglia degli ardeidi (airone bianco maggiore, airone rosso, garzetta e airone guardabuoi), assieme alla gallinella d’acqua e al fagiano comune – mostra una maggiore associazione con la distribuzione geografica dei focolai domestici.
Invece, il cluster a cui appartenevano specie tipicamente considerate ospiti di mantenimento del virus – come il germano reale (anseriformi) e i gabbiani reali e comuni (laridi), pur mostrando una associazione positiva con i focolai, risulta meno importante rispetto al gruppo degli ardeidi.
Includere le specie ponte nella sorveglianza- La complessità dell’interfaccia selvatico/domestico nell’epidemiologia dell’influenza aviaria, suggerisce che una gamma di specie più ampia di quella tipicamente considerata potrebbe essere coinvolta nell’ecologia del virus.
Secondo i ricercatori, includere le specie “ponte” nei programmi di sorveglianza epidemiologica potrebbe rendere più efficaci gli sforzi di campionamento previsti da questi programmi, e permettere di identificare precocemente segnali di una possibile trasmissione del virus al pollame.
Exploring the Role of Wild Bird Species in the Transmission of Avian Influenza to Poultry