E' iniziato in Commissione Giustizia, al Senato, l'iter per la riforma degli ordinamenti professionali. Principi e criteri che escludono le professioni sanitarie. La delega per la riforma degli Ordini (ddl 1663) conferisce al Governo principi e criteri riferiti soltanto gli ordinamenti professionali elencati nell'allegato A: quindici ordinamenti (Agrotecnici, Architetti, Consulenti del Lavoro, Agronomi, Geologi, Tecnologi Alimentari, ecc.) che non ricomprendono le professioni sanitarie.
Una volta ricevuta la delega dal Parlamento, il Ministro vigilante sentirà il consiglio nazionale di ciascuna professione per l'emanazione degli atti delegati. Questi ultimi dovranno seguire i principi e i criteri direttivi indicati dal ddl 1663, il primo dei quali è volto a "valorizzare il ruolo sociale ed economico delle professioni regolamentari riconoscendo del contributo ha portato allo sviluppo economico sociale culturale del Paese". Il disegno di legge è stato approvato da Palazzo Chigi su iniziativa dei Ministri Nordio (Giustizia) e Calderone (Lavoro).
Nonostante, le professioni sanitarie possano riconoscersi in numerosi principi e criteri di riforma ordinamentale indicati dal ddl 1663, per queste ultime il Governo ha approvato un altro percorso di riforma, su proposta del Ministro della Salute Orazio Schillaci: è un disegno delega non ancora arrivato in Parlamento, ma già bollinato dal Ministero delle finanze e annunciato come un collegato alla legge di bilancio.