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DEROGA 2025

Pascolo montano, Masaf: ammesso il controllo documentale

Pascolo montano, Masaf: ammesso il controllo documentale
Solo per il 2025 il Masaf ammette che il pascolo inaccessibile sia certificato su base documentale. Ma nel 2026, i dati saranno verificati, pena il recupero delle somme.

Nel caso di impraticabilità o di non accessibilità del pascolo, il controllo potrà essere documentale, purché la documentazione consenta le seguenti azioni e verifiche:
-identificare il pascolo
-l’avvenuto pascolamento degli animali nel periodo dichiarato
-il numero di animali che sono stati al pascolo e la loro densità, mediante l’esame dei documenti di accompagnamento del fascicolo aziendale, quali: mappe catastali, foto aeree, foto geolocalizzate, immagini georiferite, dichiarazione del gestore dei pascoli (nel caso di proprietà pubbliche, collettive o private diverse dall’allevatore), certificazioni rilasciate dall’Autorità pubblica (ASL, Carabinieri forestali o Corpo Forestale, Amministrazione comunale, ecc.).
Diversamente, in assenza di idonea documentazione "il pascolamento non potrà essere certificato".

Solo nel 2025- Il controllo documentale viene eccezionalmente ammesso dal Masaf e da Agea solo per il 2025, in ragione dei tempi necessari all’accreditamento degli Organismi di controllo. 

Nell’anno successivo-  Sulla base di ciascuna posizione- controllata sulla base degli elementi sopra riportati- ciascun Organismo di certificazione dovrà effettuare un controllo "puntuale" volto a "verificare la conferma del suddetto esito". Qualora, non vi sia conferma, "gli Organismi Pagatori competenti procederanno ad effettuare il recupero delle somme percepite nel 2025, sulla base delle indicazioni che in merito saranno impartite da Agea Coordinamento. La regola generale resta infatti valida: la valutazione delle aree di pascolo di un allevamento che aderisce all’Eco-schema 1 livello 2 deve essere di tipo ispettivo sul pascolo dichiarato in cui sono presenti gli animali.

Il contesto- La deroga deriva anche dalle difficoltà segnalate da alcuni Organismi di certificazione sulla verifica del pascolamento nell’arco alpino, come anche nella fascia appenninica di alta montagna, nei casi in cui i bovini sono rientrati dai pascoli in quota a causa delle avverse condizioni metereologiche, impedendo di fatto il controllo in loco del pascolamento. Proprio l’impraticabilità e l’inaccessibilità dei pascoli non permetterebbe l’accertamento dell’avvenuto pascolamento e in queste condizioni l’unica verifica possibile sarebbe di tipo documentale. Tale verifica risentirebbe, inoltre, di limiti connessi a pascoli situati nello stesso Comune o in Comuni limitrofi, che non prevedono la registrazione in BDN della movimentazione degli animali.

CIRCOLARE_PASCOLAMENTO_IN_ZONE_DI_MONTAGNA.pdf