L'Osservatorio sull'equo compenso ha invitato gli Ordini ad aggiornare i parametri. L'organismo si occuperà anche delle gare pubbliche, alla luce del parere di Palazzo Spada..
"Il Consiglio di Stato del 27 gennaio 2025 ha espressamente affermato l'applicabilità delle disposizioni della legge sull'equo compenso alla materia dei contratti pubblici, superando così un contrasto giurisprudenziale". Lo dichiara il Ministro della Giustizia
Carlo Nordio, in risposta a una interrogazione dell'On
Arturo Scotto (PD) sullo stato di attuazione della Legge nazionale sull'equo compenso dei professionisti.
Palazzo Spada si è pronunciato su uno dei maggiori dubbi della legge: il vincolo per la pubblica amministrazione di riconoscere un equo compenso al professionista, senza applicare tout court il criterio del ribasso. Spiega il Ministro Nordio che la pronuncia del Consiglio di Stato, "
ha dato avvio proprio al dialogo circa il tema dell'applicabilità della legge sull'equo compenso alle gare pubbliche". Ad occuparsene è ora l'Osservatorio sull'equo compenso, la cui ultima riunione risale al 15 maggio 2025. Per l'interrogante Scotto, questo organismo è in stallo e la legge sull'equo compenso "una scatola vuota".
Adeguamento degli «equi compensi dei professionisti»- L'interrogante ha messo l'accento anche sull'adeguamento dei parametri di liquidazione dei compensi, stabiliti per decreto per ciascuna professione, e utilizzati come riferimento di equità dell'onorario.
"Sebbene l'adeguamento di tali parametri non sia una diretta competenza dell'Osservatorio, questo organismo si è fatto e si farà carico di veicolare le richieste ai Ministeri vigilanti su ciascuno dei rispettivi ordini professionali".Il contesto- Con la
Legge 21 aprile 2023, n. 49 sono state introdotte, per la prima volta nell'ordinamento nazionale
Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali. La norma ha posto dubbi sull'applicazione dell'equo compenso professionale nei contratti pubblici, quando il committente è un pubblica amministrazione.
Inoltre, si applica solo ai grandi contraenti (banche, assicurazioni, ecc.) presso i quali il professionista eroga una prestazione. Un disegno di legge, a firma dell'On
Erika Stefani (Lega) si prefigge di estendere la « legge sull'equo compenso » per consentire ai professionisti di ottenere dai propri Ordini o collegi professionali dei pareri di congruità aventi valore di titolo esecutivo - anche ai rapporti professionali intercorsi con clienti « ordinari ». La materia è alla valutazione dell'Osservatorio, istituito presso il Ministero della Giustizia, e insediatosi per la prima volta nell'aprile del 2024. L'organismo ha prodotto una prima
relazione annuale nel dicembre scorso, con valenza meramente conoscitiva.
Equo compenso, no a una estensione "indiscriminata"