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ONE HEALTH

Aviaria: prevenzione e profilassi nei soggetti esposti

Aviaria: prevenzione e profilassi nei soggetti esposti
II Veterinari sono fra i soggetti esposti al rischio di contrarre virus aviari. Il Ministero della Salute spiega quando e perchè ricorrere alla vaccinazione antinfluenzale. Cosa comporta l'infezione e in quali circostanze scatta la sorveglianza nelle persone.

Ai veterinari, pubblici e libero-professionisti, che esercitano a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani il Ministero della Salute torna a raccomandare la vaccinazione antinfluenzale stagionale. Con la circolare congiunta DGSAF-DGPRE del 7 marzo, il Ministero della Salute ha diffuso alcuni approfondimenti e chiarimenti sul ruolo della vaccinazione nell'attuale contesto di influenza aviaria a livello globale.

Obiettivi della vaccinazione - La vaccinazione contro l'influenza stagionale "non previene l'infezione da virus dell'influenza aviaria, ma può ridurre il rischio di contrarre contemporaneamente virus dell'influenza umana e aviaria". La  sua importanza risiede nella riduzione delle doppie infezioni per diminuire la probabilità che i virus acquisiscano la capacità di diffondersi facilmente da persona a persona. Inoltre, la vaccinazione contro l’influenza umana è raccomandabile come misura per prevenire fenomeni di ricombinazione genetica tra il virus stagionale umano e il virus dell’influenza aviaria.
La vaccinazione è offerta gratuitamente ed è raccomandata anche agli allevatori, ai macellatori e agli addetti al trasporto di animali vivi. La raccomandazione è estesa anche a tutti i soggetti che per ragioni diverse da quelle professionali risultino potenzialmente esposti al rischio epidemiologico.

Quando vaccinarsi-
La profilassi antivirale può essere presa in considerazione anche in base alla valutazione del rischio a livello locale ovvero all’intensità dell’esposizione.
La decisione di avviare la chemioprofilassi antivirale post-esposizione deve basarsi sul giudizio clinico, tenendo conto del tipo di esposizione (ad es. senza l'uso di protezioni per le vie respiratorie e degli occhi), durata dell'esposizione, tempo dall'esposizione (ad es. meno di 2 giorni), stato di infezione noto degli uccelli a cui la persona è stata esposta e se la persona esposta è a più alto rischio di complicanze dovute ad esempio all'influenza stagionale.
Resta valida la raccomandazione generale dell'OMS di adottare  misure non farmacologiche, di protezione personale (igiene delle mani, protezione delle vie respiratorie, ecc.) che sono comunque valide per ridurre il rischio di infezione.

Infezioni da influenza aviaria, suina e altre zoonosi nell'uomo - Possono causare forme di malattia che vanno da una lieve infezione delle vie respiratorie superiori (febbre e tosse) a una rapida progressione, fino a polmonite grave, sindrome da distress respiratorio acuto, shock e persino decesso. Sintomi gastrointestinali, quali nausea, vomito e diarrea sono stati riportati più frequentemente nell'infezione da A(H5N1). Nell'influenza A(H7) è stata riportata anche congiuntivite. Le caratteristiche della malattia come il periodo di incubazione, la gravità dei sintomi e l'esito clinico variano a seconda del virus che causa l'infezione, i sintomi respiratori generalmente sono quelli più rappresentati. Per le infezioni da virus dell'influenza aviaria A(H5N1) nell'uomo, i dati attuali indicano un periodo di incubazione che va in media da 2 a 5 giorni e fino a un massimo di 17 giorni. Il periodo medio di incubazione è più lungo di quello dell'influenza stagionale (circa 2 giorni).

Chi è più esposto al rischio- Le persone a rischio sono principalmente quelle a diretto contatto con uccelli malati o pollame, o con le loro carcasse (ad esempio agricoltori, lavoratori agricoli presso allevamenti di pollame, veterinari e operai coinvolti nell'abbattimento), tenendo conto che i virus dell'influenza aviaria sono stati identificati in diverse specie selvatiche come uccelli selvatici, foche e volpi.

Quando scatta la sorveglianza- Fra i criteri epidemiologici da considerare per la sorveglianza nelle persone, figura il contatto ravvicinato (distanza di un metro o inferiore) con un animale diverso dal pollame o dagli uccelli selvatici (ad esempio gatto o maiale) la cui infezione da A/H5N1 sia stata confermata.
Ma anche la circostanza di risiedere in o aver visitato una zona in cui si sospetti, o sia stata confermata, la presenza dell’influenza A/H5N113 ad esempio essere stato in una casa o in un’azienda agricola situata nell’area colpita in cui nel mese precedente sia stata segnalata la presenza di pollame domestico malato o morto. Fra i criteri epidemiologici, va considerata la trasmissione interumana per contatto ravvicinato (distanza di un metro o inferiore) con una persona segnalata come caso probabile o confermato e va considerata l'esposizione in laboratorio, dove esiste un rischio di esposizione all’influenza A/H5N1.

Per i non addetti ai lavori- In caso di epidemia di influenza aviaria le persone dovrebbero, se possibile, evitare gli allevamenti di pollame, il contatto con animali nei mercati di pollame vivo, di entrare in aree in cui il pollame può essere macellato e il contatto con qualsiasi superficie contaminata da deiezioni di pollame o altri animali.
La popolazione deve essere informata dell'importanza di evitare il contatto con animali deceduti o con segni di malattia.

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