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LA RISPOSTA DEL MIPAAF

Covid-19 e acquisti in crisi, latte "fresco" fino a 10 giorni?

Covid-19 e acquisti in crisi, latte "fresco" fino a 10 giorni?
L'emergenza Covid-19 ha cambiato le abitudini alimentari degli italiani, modificando la scelta dei prodotti alimentari acquistati nei supermercati.Tra questi, il latte fresco.


Sarebbe arrivata ufficialmente sul tavolo della Ministra Teresa Bellanova la proposta di allungare la scadenza del latte fresco portandola da 6 a 10 giorni. Le associazioni di categoria si dicono contrarie: le piccole e medie aziende del settore non sarebbero in grado di reggere una competizione sul mercato della lunga conservazione.
Una interrogazione dell'On Chiara Gagnarli (M5S) ha rincarato la dose, sostenendo che una simile proposta "comporterebbe anche il possibile ingresso sul mercato del latte di prodotti freschi importati dall'estero, aggiungendo anche problemi di tracciabilità e sicurezza".

Sullo sfondo c'è l'emergenza Covid-19, che ha cambiato le abitudini alimentari e gli acquisti nei supermercati. "Tra i prodotti che hanno subito un cambiamento radicale del trend di acquisto è certamente il latte"- segnala Gagnarli.  Durante i due mesi di lockdown, le scelte degli italiani sono ricadute, infatti, sul latte a lunga conservazione, piuttosto che sul latte fresco.

Il Sottosegretario Giuseppe Labbate ha sgombrato il campo da equivoci. Riferendo in Commissione Agricoltura alla Camera, ha dichiarato che "nessun produttore di latte fresco in Italia è autorizzato a prolungare la data di scadenza del latte oltre il termine stabilito e gli eventuali comportamenti difformi sono punibili a norma di legge". Semmai "è consentito fissare un termine più breve".

Inoltre, allungare il periodo di validità del latte fresco finirebbe per dare la possibilità a coloro che in questi anni hanno pensato di importare latte dall'estero, di vendere impropriamente il prodotto come Made in Italy- ha spiegato il Sottosegretario. "Il nostro compito, invece- ha aggiunto-  è quello di preservare la filiera nazionale e rendere chiaro che se un prodotto è Made Italy deve essere ben tracciato, deve essere esplicitato dove è stata prodotta la materia prima, dove e in che modo è stata trasformata, perché il patto con i consumatori, sia a livello nazionale che internazionale, è fondamentale per preservare la validità del Made in Italy".

La normativa richiamata dal Sottosegretario è il decreto-legge n. 157 del 2004, il quale dispone che la data di scadenza del «latte fresco pastorizzato» e del «latte fresco pastorizzato di alta qualità» è determinata nel sesto giorno successivo a quello del trattamento termico.

A livello nazionale, inoltre, sono state adottate disposizioni specifiche sul termine «fresco» da utilizzare per il latte pastorizzato e il latte pastorizzato di alta qualità, introducendo taluni requisiti qualitativi, al fine di garantire che il trattamento termico subito dal latte sia effettuato in modo tale da mantenere il più possibile i principi nutritivi ed evitare alterazioni negative del gusto.

In conclusione,  non è intenzione del Ministero impegnarsi nella elaborazione di proposte normative finalizzate all'allungamento della data di scadenza del latte fresco"- ha affermato Labbate aggiungendo che l'Ispettorato Frodi ha attivato un'apposita casella di posta elettronica pratichesleali@politicheagricole.it, per a segnalare pratiche commerciali sleali  nel settore agricolo e alimentare. Ciò "a salvaguardia del prezzo del latte e del reddito degli allevatori".