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L'INFETTIVOLOGO VETERINARIO

Covid-19 e il cane di Hong Kong: "Possiamo stare tranquilli"

Covid-19 e il cane di Hong Kong: "Possiamo stare tranquilli"
Il nuovo coronavirus si è "adattato all'uomo". Sul sospetto Covid-19 in cane di Hong Kong "possiamo stare tranquilli. Il commento del Prof. Nicola Decaro.


“E’ più pericolosa una stretta di mano che un cane in casa”. Lo dichiara con convinzione il professor Nicola Decaro, ordinario di malattie infettive degli animali domestici all’Università di Bari. Decaro è stato il primo in Italia a venire a conoscenza della positività “di basso livello” al nuovo coronavirus in un cane di Hong Kong.Non è un cucciolo, ma un cane di 13 anni asintomatico, di cui mi ha informato una Collega da Hong Kong alle quattro di stanotte (ieri,ndr) dichiara- puntualizzando che “il SARS-CoV-2, responsabile della COVID-19, è un tipo di coronavirus che si è adattato all’uomo e il cui contagio è interumano”.

Le autorità sanitarie hanno dichiarato che il cane non è malato e che i tamponi saranno ripetuti: sospettano una contaminazione ambientale. “In linea teorica, potrebbe banalmente esserci stato un contatto con un soggetto umano infetto che l’ha toccato sul muso trasferendogli passivamente il virus, senza infettarlo”- spiega Decaro. Svilupperà la malattia? “E’ il primo caso al mondo e deve ancora essere approfondito. Ma la positività è a basso titolo, quindi a bassa replicazione virale, circostanza che fare stare tranquilli su un’eventuale trasmissibilità all'uomo”.

Il professor Decaro cita la letteratura scientifica per affermare che “anche se il cane sviluppasse la malattia, non avrebbe un ruolo epidemiologico importante per l’uomo; nel caso in cui fosse accertata la loro recettività, cani e gatti sarebbero quasi sicuramente vittime non untori”.

Gli chiediamo se le autorità sanitarie abbiano esagerato isolando il cane: “No, la quarantena del cane è un principio di precauzione, in assenza di elementi più concreti. I casi descritti in letteratura per l’epidemia di SARS del 2002-2003 riferiscono di contagio dall’uomo all’animale- insiste Decaro, non il contrario.

All’epoca della SARS, ricorda l’infettivologo veterinario, alcuni gatti risultarono positivi, “ma ebbero infezioni asintomatiche o con pochi sintomi. Nessun cane venne infettato dal virus”.

Alla luce del caso di Hong Kong, è utile ricordare le ordinarie raccomandazioni di igiene: lavarsi spesso le mani e non toccare gli animali se si è influenzati.

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