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SICUREZZA NAZIONALE

Cos'è CEREBRO, il software per le indagini patrimoniali

Cos'è CEREBRO, il software per le indagini patrimoniali
CEREBRO è il “Sistema di analisi ed elaborazione dati a supporto delle indagini patrimoniali” del Viminale. Se ne parla dopo il via libera del Garante della Privacy
Per ragioni di pubblica sicurezza, il Ministero dell’Interno ha ideato fin dal 2023, il software CEREBRO. Purchè non si tratti di "web scraping", cioè di indiscriminata raccolta di dati personali a strascico, questo innovativo sistema ha ricevuto il placet del Garante della Privacy. Si tratta di una piattaforma software progettata a supporto delle “indagini patrimoniali” svolte dalla Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato (DAC) e dalle Questure. Le indagini patrimoniali costituiscono infatti uno strumento investigativo "imprescindibile" per individuare e sottrarre alla criminalità, risorse illecitamente ottenute.

La piattaforma- denominata Cerebro 2 “Upgrade dei sistemi evoluti per il monitoraggio e l’aggressione dei patrimoni illeciti” rientra nel Programma Nazionale Sicurezza per la legalità 2021-2027, cofinanziato al 50% dall'Unione Europea. Nel mese di luglio, l'upgrade è stato affidata a AICQ-Service. Le nuove regole unionali sulla Privacy e sulla IA hanno reso necessaria una consultazione con l'Autorità nazionale per la protezione dei dati personali.

Oggetto di indagine- La situazione patrimoniale di soggetti indagati - persone fisiche e giuridiche- o suscettibili di misure di prevenzione patrimoniali, può essere celermente analizzata dalle autorità autorizzate ad accedere a CEREBRO. 
Per autorizzare l'accesso a CEREBRO da parte del personale della Polizia di Stato sarà necessaria l'apertura preliminare di  un “fascicolo digitale d’indagine” da parte dell'autorità giudiziaria. La ricostruzione della situazione finanziaria e patrimoniale e delle attività economiche consente anche di valutare la “sproporzione” delle disponibilità rilevate rispetto alle fonti di reddito dichiarate. La consultazione è temporanea e termina alla “chiusura del fascicolo digitale” cioè alla «cessazione dell’esigenza» investigativa.

Cosa contiene CEREBRO- Il sistema elabora i dati acquisiti da fonti istituzionali “esterne” (es. Agenzia delle Entrate, Istat, Catasto), ma anche quelli immessi in corso d'indagine (anagrafici, giudiziari, bancari, fiscali, ecc.) , al fine di far emergere disponibilità potenzialmente riconducibili ad attività illecite. L'alimentazione di CERBRO tramite tecniche di Web scraping è stato il principale elemento di consulenza chiesto dal Viminale al Garante della Privacy: oltre ad escludere il ricorso a "bot" già vietato, il Garante ha escluso forme di raccolta dati "a strascico" sul web circoscrivendo l'accesso agli ambienti che richiedono la conoscenza del codice fiscale dell'investigato.

Algoritmi di “calcolo sperequativo” - Come si determina la sproporzione tra disponibilità effettive e dichiarate? Il sistema applica modelli di “calcolo sperequativo” con riferimento ai beni posseduti e ai movimenti finanziari, al fine di individuare potenziali attività illecite.  Ma con limitazioni evidenziate dal Garante della Privacy, considerto il "rischio comunque elevato per i diritti e le libertà degli individui oggetto di indagine".

Limiti al trattamento automatizzato - Le valutazioni della Polizia di Stato non potranno basarsi unicamente su dati emersi esclusivamente da trattamenti automatizzati. Sarà indispensabile l'apporto umano nel procedimento investigativo. I report generati da CEREBRO non producono direttamente effetti negativi nella sfera giuridica dell’interessato: i provvedimenti che incidono direttamente sul “patrimonio” di quest’ultimo, infatti, sono adottati dall’Autorità giudiziaria all’esito di un successivo procedimento, in contraddittorio con la “difesa”; nel processo in esame, dunque, l’intervento umano è preminente. 

Il Dipartimento di Sicurezza del Ministero dell'Interno ha fatto proprie le valutazioni del Garante della Privacy, sia a tutela dei soggetti sottoposti a indagine (diritto di informativa, rettifica e di cancellazione dei dati personali) e finalizzate ad escludere trattamenti automatizzati massivi, indiscriminati ed erronei nelle conclusioni.