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INDAGINE IZSVE

Alimenti sani e sicuri: una certezza nella pandemia

Alimenti sani e sicuri: una certezza nella pandemia
Con la Fase 2 è iniziata anche l'analisi dei comportamenti della popolazione italiana durante il lockdown di marzo e aprile. Sono cambiate le abitudini alimentari?

In un periodo di incognite e di emergenza sanitaria, i rischi derivanti dagli alimenti non hanno fatto parte delle preoccupazioni degli italiani. Il dato emerge da una ricerca dell'Osservatorio IZSVE che durante il lockdown - tra il 7 e il 16 aprile 2020- ha intervistato un campione di 730 consumatori italiani.

La fiducia nella sicurezza degli alimenti non è stata scalfita. Gli italiani intervistati dall’Osservatorio IZSVe appaiono infatti sicuri della salubrità del cibo che mangiano. La preoccupazione per un’alimentazione poco salutare e per le malattie di origine alimentare si trovano agli ultimi posti e preoccupano rispettivamente il 9.2% e il 2.9% dei rispondenti. Al contrario, il 70% del campione ritiene poco o per nulla probabile che gli alimenti che consuma possano compromettere la propria salute.
Gli intervistati ritengono anche di  poter controllare l’insorgere di rischi attraverso corretti comportamenti individuali. Sfuggono dal controllo personale anche i possibili rischi derivanti da infezioni animali o zoonosi trasmissibili da animale a uomo (66%).

Il rapporto con il cibo, specie all'interno delle mura domestiche, è stato influenzato dall'emergenza: si fa più attenzione all’igiene e alla manipolazione degli alimenti. "Anche in questo particolare periodo corretti comportamenti nella gestione del cibo in ambito domestico possono garantire un consumo sicuro e consapevole" confermano i curatori dell'indagine.
Fra gli intervistati, alcuni riportano di lavarsi più spesso le mani, di lavare più accuratamente il cibo, i particolare le verdure (17.5%), ma anche gli utensili, i contenitori e le superfici in generale (17.7%). Rispetto all’alimentazione, i rispondenti dedicano più tempo alla preparazione del cibo (16.2%) preferendo alimenti ‘home made’ come pane, pasta, pizza e dolci (14%).

Dall'indagine emergono inoltre variazioni nella dieta: se da un lato viene seguita una dieta più sana, facilitata dall’avere più tempo a disposizione per cucinare, dall’altro si attesta l’aumento delle porzioni di cibo consumate abitualmente e un peggioramento della qualità (12.9%). Durante l'emergenza COVID-19, più del 50% degli italiani non ha tuttavia cambiato in maniera significativa le proprie abitudini alimentari. Per il 27% la spesa è diventata meno frequente, ma più consistente, con un aumento dei prodotti surgelati. Anche il consumo di panificati è cresciuto (+40%) mentre si sono ridotti, all'incirca nelle stesse proporzioni, gli acquisti di pesce crudo e di cibi pronti al consumo.

Quanto ai canali della spesa, il 24% dei rispondenti ha aumentato il ricorso alla spesa di prodotti alimentari online, mentre rimane sostanzialmente invariato il dato rispetto alla consegna di pietanze e cibo a domicilio. Risulta in flessione la frequenza di acquisto presso supermercati e negozi alimentari. In linea anche con le indicazioni sanitarie, si predilige un carrello più abbondante ma riempito meno di frequente.


Sicurezza alimentare e stili di consumo durante l’emergenza COVID-19