Due nuovi genotipi, mai descritti prima in Italia, sono stati identificati dai ricercatori dell’IZSVe, grazie a una collaborazione con i veterinari aziendali nel Nord Est.
Denominati Novel 1 e Novel 2, i virus sono stati individuati in allevamenti del Friuli Venezia Giulia e del Veneto nell’ambito di un ampio programma di sorveglianza condotto tra il 2013 e il 2022, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Frontiers in Microbiology dai ricercatori dell'Istituto Zooprofilattico delle Venezie.
La ricerca dell’IZSVe apre nuove prospettive sulla sorveglianza veterinaria. Grazie alla collaborazione tra veterinari aziendali e ricercatori, sono stati raccolti tra il 2013 e il 2022 oltre 3.000 campioni in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige da animali sintomatici: circa il 19% è risultato positivo a influenza suina. La maggior parte dei campioni positivi proviene dalle aree a più alta densità suinicola, nelle province di Padova, Verona, Treviso, Pordenone e Udine.
Il genotipo Novel 1, appartenente al sottotipo H1avN2, è stato isolato in Friuli Venezia Giulia, mentre Novel 2, riconducibile al sottotipo H1pdmN2, è stato identificato in Veneto. Con questa scoperta, i genotipi noti nel Nord-Est italiano salgono a dodici, confermando la grande variabilità genetica dei virus influenzali che circolano nella popolazione suina.
Lo studio ha analizzato oltre 3.000 campioni provenienti da animali sintomatici di allevamenti in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, rivelando che circa il 19% risultava positivo al virus dell’influenza suina. L’analisi filogenetica ha mostrato la presenza di distinti cluster genetici condivisi tra allevamenti, anche appartenenti alla stessa rete produttiva, indicando fenomeni di diffusione inter-aziendale e una circolazione virale continua.
«Il suino è una specie estremamente interessante per lo studio dei ceppi influenzali, poiché può essere infettato da virus di origine umana, suina e aviare» spiega Lara Cavicchio, biotecnologa ricercatrice del Laboratorio di genomica e trascrittomica virale dell’IZSVe e prima autrice dello studio. «Questo lo rende un vero e proprio mixing vessel, un ‘miscelatore’ biologico dove i virus possono scambiarsi materiale genetico, generando nuove varianti potenzialmente pericolose per l’uomo».
Il lavoro conferma il valore di una sorveglianza veterinaria sistematica e integrata, capace di monitorare l’evoluzione antigenica dei virus e di identificare tempestivamente eventuali ceppi con potenziale zoonosico o pandemico. Un’attività di ricerca che si inserisce pienamente nella prospettiva One Health, a tutela congiunta della salute animale e umana.
Diversità genetica dei virus influenzali suini nel Nord Est e identificazione di due nuovi genotipi
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