Rimborsi all'Emilia Romagna per l’eccezionale invasione di granchio blu che arriva in Toscana. Il Commissario: raccolte 2200 tonnellate di granchi. Farina per pet food.
Arrivano le risorse chieste nel maggio scorso dalla Regione Emilia Romagna per i danni alla pesca e all'acquacoltura derivanti dalla "diffusione eccezionale" di Granchio blu «Callinectes sapidus» nelle acque di competenza regionale. Il Ministero dell'Agricoltura pubblica sulla Gazzetta Ufficiale il riparto delle zone e delle aree dell'Emilia Romagna che saranno destinatarie delle misure di ristoro, da attingere al Fondo di solidarietà nazionale. La dichiarazione di eccezionalità è l'atto formale che consente di finanziare il settore danneggiato.
Invasione nelle acque nazionali- Gli eventi da indennizzare in Emilia-Romagna si sono verificati nel 2024 e nel primo trimestre del 2025. Anche gli impianti produttivi e le infrastrutture delle imprese ittiche hanno risentito dell'arrivo di questa specie IAS (Invasive Alien Species) comparsa per la prima volta nelle acque venete e ora avvistata anche in Toscana.
Monitoraggio e cattura selettiva- Il Commissario Straordinario per l'emergenza Granchio Blu, Enrico Caterino, ha spiegato all'Agenzia Ansa che le attività di monitoraggio proseguiranno, mentre la campagna di cattura "selettiva", avviata da aprile 2025 nell'area Delta Po - ha consentito di raccogliere oltre 2200 tonnellate di granchio (di cui 1500 nella zona veneta).
Una risorsa per il petfood- Da emergenza ambientale, il granchio blu è stato oggetto di ricerche per la sua trasformazione in opportunità economica, cosiddetta economia circolare. Il progetto di ricerca "RiPesca" - promosso dalle Università di Padova e Milano e sostenuto dal Ministero dell'Agricoltura (MASAF) - raccoglie e trasforma il granchio blu in farina per il petfood. Nella cordata dei ricercatori ci sono il Consorzio delle Cooperative Pescatori del Polesine O.P., la startup Feed From Food, il brand di petfood FORZA10 e la catena di punti vendita specializzati L'Isola dei Tesori.