Sarebbe giuridicamente fondato un obbligo europeo di tracciabilità per cani e gatti, senza eccezioni? La UE risponde su cucciolate e forniture occasionali. La Commissione Europea ha risposto a una interrogazione presentata da tre eurodeputati - Michal Wiezik (Renew), Dario Nardella (S&D) e Tilly Metz (Verts/ALE)- precisando le fonti giuridiche che consentono all'Unione di emanare un regolamento impositivo per proprietari e operatori attivi negli Stati Membri nel commercio di cani e gatti. Sotteso all'interrogazione è l'auspicio che tutte le attività di fornitura prevedano l'obbligo di tracciabilità, anche quando si stratta di forniture occasionali tra privati.
La normativa in materia di sanità animale fornisce già una base giuridica per l'identificazione e la registrazione obbligatorie di tutti i cani e i gatti. Il dubbio riguardava la possibilità di estedere la tracciabilità obbligatoria a tutti i casi di transazione. Considerando che il commercio di cani e gatti "ha dimensioni notevoli nell'Unione", gli eurodeputati si sono rivolti alla Commissione per ricevere un conforto giuridico certo. In sostanza, la proposta di regolamento europeo prevede un ampio obbligo di identificazione e registrazione di cani e gatti sul mercato dell'UE, "ad eccezione delle forniture occasionali di cani e gatti effettuate da persone fisiche, con mezzi diversi dalle piattaforme online". Inoltre, la proposta "non prevede obblighi di identificazione e registrazione per i proprietari di animali da compagnia che producono una cucciolata e detengono i cuccioli di cane e gatto come animali da compagnia senza immetterli sul mercato".
La Commissione Europea ha rassicurato solo in parte gli interroganti: se la normativa in materia di sanità animale si basa sull'articolo 168 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), il regolamento su cani e gatti potrebbe fondare un eventuale obbligo come quello auspicato sull'articolo 114. Ma per la Commissione non è pacifico. "Ciò richiede elementi di prova che dimostrino che un tale obbligo generale sia necessario per garantire il buon funzionamento del mercato interno. Si dovrebbe cioè dimostrare un effetto sul commercio transfrontaliero illegale di cani e gatti nell'UE. La Commissione non è a conoscenza del fatto che, attualmente, tali prove siano disponibili.
Resta la possibilità - ha concluso la Commissione- che siano gli Stati membri a richiedere l'identificazione e la registrazione di tutti i cani e gatti, senza eccezioni.