Confprofessioni, in audizione sul Ddl Concorrenza, interviene sulle STP: bene la norma che attrae i capitali lasciando il controllo in mano ai professionisti.
Le Società tra Professionisti (Stp) sono state al centro dell’audizione odierna di Confprofessioni sul
disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2025.
In Commissione Industria del Senato,
Andrea Dili, vicepresidente di Confprofessioni, ha posto l’accento sull’articolo 9 del provvedimento, che interviene sulla disciplina delle Società tra Professionisti (Stp), ridefinendo i requisiti di partecipazione dei soci professionisti.
“Condividiamo la norma in commento, che si muove in una direzione strategicamente valida, bilanciando due esigenze fondamentali: la governance e la gestione professionale e il reperimento di capitali”, ha affermato Dili, esprimendo apprezzamento per la scelta di limitare il voto dei soci finanziatori a un massimo di un terzo, indipendentemente dalla quota di partecipazione. “
È la corretta soluzione che garantisce il mantenimento del controllo in capo ai professionisti, pur consentendo alle Stp di attrarre capitali stabili, spesso essenziali per investimenti e crescita dimensionale”.
Agevolare l'aggregazione professionale- Confprofessioni ha proposto l’introduzione di strumenti di incentivazione mirati per le aggregazioni. “L’incentivo non dovrebbe premiare la mera aggregazione, ma gli investimenti effettuati nell’ambito dei processi aggregativi”, ha concluso Dili. “Come Confprofessioni - ha spiegato Dili- sosteniamo da sempre, e in maniera convinta, il modello aggregativo, in quanto riteniamo che rappresenti una leva fondamentale per accrescere la competitività dei professionisti italiani, in un mercato europeo sempre più articolato e concorrenziale”.
Sul piano normativo, Dili ha evidenziato una disarmonia nell’azione del legislatore: “Da un lato il Governo ha introdotto il
principio di neutralità fiscale per le operazioni di aggregazione, una misura da noi sempre auspicata. Dall’altro, ha limitato l'accesso al Concordato preventivo biennale per i professionisti che esercitano in forma aggregata, penalizzandoli rispetto agli altri operatori economici”.
No al contributo previdenziale - Tra gli ostacoli ancora da rimuovere, Confprofessioni ha segnalato la duplicazione del contributo integrativo previdenziale per le Stp costituite in forma di società di capitali o cooperative. “È un effetto distorsivo che disincentiva fortemente lo sviluppo degli studi professionali in strutture più grandi e integrate”, ha osservato Dili, “e che si verifica solo in alcune Casse”.
STP, modifiche al criterio di maggioranza dei soci Il testo integrale dell'audizione