• Utenti 10
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 30856
NUOVO STUDIO ISPRA

Stimato l'impatto del lupo sulle attività zootecniche

Stimato l'impatto del lupo sulle attività zootecniche
Nell'ambito delle azioni di monitoraggio del lupo, l'ISPRA pubblica le stime del suo impatto sulle attività zootecniche. Dati e analisi.

L'ISPRA ha pubblicato lo studio sull'impatto del lupo sulle attività zootecniche in Italia. Il documento si inserisce nelle azioni di monitoraggio nazionale del lupo e raccoglie dati utili a "indirizzare politiche a sostegno della zootecnia con misure adeguate di mitigazione e prevenzione dei danni". Benchè si tratti di stime, i risultati indicano "una chiara scala di priorità". E' l'Istituto ad evidenziare le prirità da seguire per ridurre l’impatto del lupo sul comparto zootecnico soprattutto nelle aziende del primo tipo, quelle danni ingenti e cronici. L'obiettivo è anche di  migliorare le condizioni di lavoro degli allevatori più a rischio, oltre che ridurre le spese per indennizzi a carico delle Amministrazioni.- Già con il monitoraggio nazionale del lupo pubblicato a maggio di quest'anno, l'Istituto ha confermato che negli ultimi decenni la specie si è espansa naturalmente in gran parte dell’Italia. La sua gestione richiede quindi un articolato confronto con chi svolge attività zootecniche in diverse aree del Paese.

Due tipologie di impatto- Con questo nuovo studio l'ISPRA  evidenzia due tipologie di impatto ben distinte:
1. una larga maggioranza di aziende zootecniche soggette a danni da lupo sporadici e con perdite quantitativamente ridotte ( la maggior parte delle aziende, circa l’80%, ha ricevuto indennizzi per una sola predazione nei 5 anni di indagine)
2.  una seconda tipologia invece è costituita da una minoranza di aziende (circa 1.300 a livello nazionale) che registrano attacchi frequenti, ripetuti in modo cronico di anno in anno e con perdite numeriche rilevanti.

I dati considerati
- Lo studio ha considerato l'arco di tempo fra il 2015 e il 2019 e  solo la forma più grave di impatto, ovvero l’uccisione documentata ed accertata di capi di bestiame da parte del predatore.
Sono stati raccolti, per ogni anno, i dati relativi agli eventi di danno denunciati dagli allevatori tra cui il numero di capi predati per specie, il luogo della predazione e l’importo indennizzato per ciascun evento. Sono stati presi in esame soltanto i danni quantificati in termini economici e liquidati della quota a compensazione prevista (sistemi di compensazione) provocati alle specie bovina e bufalina e ovina e caprina.

Hot spot delle predazioni  Dai dati  emerge che l’impatto del lupo sulle attività zootecniche non è omogeneo ma si concentra in specifiche aree ed aziende. Tali aree ed aziende sono state definite come hotspots di impatto da lupo. L’analisi ha evidenziato che 368 aziende bovine, pari al 20,5% delle aziende colpite da almeno un danno (e per le quali fosse disponibile il codice univoco di identificazione), ha perduto il 62,2% di tutti i capi bovini predati. Una simile distribuzione delle predazioni accertate è stata riscontrata anche per le aziende ovicaprine, per le quali una frazione minoritaria delle aziende colpite ha perduto la maggioranza dei capi predati. In particolare, in 922 aziende, corrispondenti al 25,9% del totale, si è concentrato il 73,3% dei capi ovini predati.

Indennizzi e predazioni sommerse- Le somme concesse a titolo di indennizzo durante il periodo 2017-2019 sono risultate pari in totale a € 247.033 per una media di € 49.406 annui.Non sempre gli allevatori colpiti dal danno fanno richiesta di indennizzo. Ciò può essere dovuto al fatto che alcune amministrazioni legano l’erogazione dell’indennizzo alla presenza di misure di prevenzione (non sempre presenti in azienda), ma anche ai lunghi tempi di attesa per l’erogazione degli indennizzi. Si pensi che, nel periodo 2015-2019, il tempo medio intercorso tra richiesta di indennizzo ed eventuale liquidazione è risultato pari a 201 giorni, ma con grandi differenze tra le diverse amministrazioni. Il 17% delle predazioni riconosciute è stato indennizzato entro 60 giorni dalla richiesta, mentre nel 16% dei casi sono trascorsi più di 365 giorni. Infine, in alcuni casi non esistevano gli elementi materiali per accertare che la predazione fosse avvenuta ad opera del lupo. Tutto ciò conferma come il dato riportato nello studio rappresenti l’impatto minimo accertato, a cui si aggiunge una quota sommersa non facile da quantificare.

Secondo l'ISPRA i risultati emersi indicano la necessità di mettere in atto azioni per ridurre l’impatto del lupo sul comparto zootecnico soprattutto nelle aziende con danni ingenti e cronici. 
Le azioni dovranno migliorare le condizioni di lavoro degli allevatori più a rischio e ridurre le spese per indennizzi a carico delle amministrazioni.

Stima dell’impatto del lupo sulle attività zootecniche in Italia. Analisi del periodo 2015 – 2019.
Relazione tecnica realizzata nell’ambito della convenzione ISPRA-Ministero della Transizione Ecologica per “Attività di monitoraggio nazionale nell’ambito del Piano di Azione del lupo”.
Gervasi V., Zingaro M., Aragno P., Genovesi P., Salvatori V., 2022

È in aumento la popolazione del lupo in Italia