L'istituto Superiore di Sanità pubblica il bollettino aggiornato della sorveglianza integrata. Fabrizio Montarsi (IZSVE): andamento ciclico, ancora ignote le cause.
Dal 17 luglio, l'ISS pubblica settimanalmente il bollettino della Sorveglianza integrata del West Nile e Usutu virus per la stagione estivo-autunnale 2025. Con cadenza periodica i dati nazionali vengono raccolti in una pubblicazione di riepilogo. L'ultima è stata resa disponibile oggi sul sito dell'Istituto.
In data odierna anche l'Istituto Zooprofilattico delle Venezie ha diffuso i dati della circolazione in Veneto e Friuli per West Nile, dove il virus sta circolando in forma moderata nelle zanzare con un tasso di infezione dell'1 per cento.
La sorveglianza veterinaria ad oggi- L'ultimo bollettino dell'ISS dettaglia i risultati nazionali della sorveglianza veterinaria
attuata su cavalli, zanzare, uccelli stanziali e selvatici, ha confermato la circolazione del WNV in Veneto, Piemonte, Sardegna, Emilia-Romagna, Puglia, Abruzzo, Lazio e Lombardia. Le analisi molecolari hanno confermato la circolazione del WNV Lineage 1 e 2. Sono in corso di conferma positività in provincia di Catania, Ferrara, Reggio Emilia.
Il CESME ha confermato 2 focolai negli equidi in Puglia e Lazio.
La presenza del WNV è stata confermata in 7 uccelli stanziali appartenenti a specie bersaglio in Sardegna ed Emilia Romagna. Le analisi molecolari hanno classificato il ceppo virale all’interno del Lineage 1 e del Lineage2. Appartengono alle specie bersaglio:
- Gazza (Pica pica)
- Cornacchia grigia (Corvus corone cornix)
- Ghiandaia (Garrulus glandarius
La presenza del WNV è stata confermata in due uccelli selvatici in Abruzzo e Campania. Le analisi molecolari hanno classificato il ceppo virale all’interno del Lineage2.
La presenza del WNV è stata confermata dal CESME in 15 pool di zanzare catturate in Sardegna, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio e Piemonte. Le analisi molecolari hanno classificato il ceppo virale all’interno del Lineage 1 e 2.
Infine, con riguardo alla sorveglianza negli avicoli, nessuna azienda avicola sono state rilevate positività nei confronti del WN.
Aggiornamento sui casi nell'uomo- Alla data del 23 luglio, l'Istituto Superiore di Sanità attesta a 32 i casi confermati di infezione da West Nile virus nell’uomo in Italia dall'inizio dell'anno. Sono più del doppio rispetto allo stesso periodo, un anno fa. Nella scorsa stagione, infatti, il bollettino del 25 luglio 2024, riportava 13 casi confermati e nessun decesso.
Ventuno di questi sono stati segnalati dalla Regione Lazio, tutti in provincia di Latina (di cui 15 con sintomi neuro-invasivi). L'aggiornamento, dopo il caso della persona deceduta proprio in provincia di Latina, viene dal sistema di sorveglianza coordinato dal ministero della Salute e supportato, per la parte umana, dall'ISS.
In particolare, dall’inizio della sorveglianza, sono stati segnalati in Italia 32 casi umani confermati da West Nile Virus (WNV), 23 dei quali hanno manifestato sintomi neuro-invasivi, 1 caso asintomatico identificato in donatore di sangue , 6 casi di febbre (1 Rovigo, 1 Padova, 4 Latina) e 2 casi sintomatici (2 Latina).
I commenti di Antonia Ricci e Fabrizio Montarsi- Con riguardo ai dati del Nord Est,
"anche se la circolazione del virus West Nile risulta inferiore rispetto agli anni precedenti e la situazione è attualmente nella norma- per la Direttrice Generale
Antonia Ricci- è essenziale mantenere alta l’attenzione sul monitoraggio delle zanzare. L’identificazione tempestiva del virus nelle zanzare consente l’attivazione rapida del sistema di controllo sanitario a tutti livelli e garantisce la sicurezza di trasfusioni e trapianti nell’uomo”.
Secondo
Fabrizio Montarsi, responsabile del Laboratorio di entomologia sanitaria e patogeni trasmessi da vettori
“possiamo attenderci un aumento del numero di positività nelle prossime settimane. Il clima più caldo favorisce l’allungamento del ciclo vitale degli insetti, il periodo di attività delle zanzare va da maggio fino a fine ottobre.”Un secondo aspetto da considerare è l’andamento ciclico della West Nile.
“Sappiamo che la West Nile registra dei picchi in media ogni 4-5 anni, come è stato nel 2018 e poi nel 2022 – afferma Montarsi –
Il caldo è certamente un fattore da tenere in considerazione per comprendere questo fenomeno, ma non l’unico. Ad oggi non conosciamo con precisione le cause di questa periodicità, potrebbe dipendere da dinamiche ecologiche legate al clima, come anche da caratteristiche immunologiche delle specie serbatoio. Serviranno ulteriori studi scientifici per approfondire questi aspetti e migliorare la nostra capacità di risposta.”Bollettino N. 2 del 24 luglio 2025Dati nazionali della sorveglianza integrata