
L'Associazione Italiana Allevatori (AIA) annuncia "un importante step" del Progetto LEO (Livestock Environment Opendata): la pubblicazione in modalità open access di "una mole "impressionante" di informazioni, circa 2 miliardi di dati, "dopo tre anni di intensa attività di raccolta ed organizzazione dei dati e sviluppo informatico".
I dati- Nella nota stampa diffusa oggi da AIA, si evidenzia che "sono già disponibili oltre 140 milioni di dati relativi all’anagrafica e oltre 2 miliardi e 300 milioni di dati di interesse zootecnico, compresi ad esempio oltre 20 diversi parametri di qualità del latte". Decine le razze ovine, bovine e caprine censite.
I dati riguardano l’ambiente, la biodiversità, il benessere animale ed il clima che – negli obiettivi di realizzazione – porteranno ad una maggiore sostenibilità del settore zootecnico italiano.
Il libero accesso alla sezione Open Data "punta infatti a favorire lo scambio, la condivisione e la trasparenza di questo importante settore e favorire la transizione verso una zootecnia 4.0", a vantaggio degli stessi allevatori, degli studiosi, dei ricercatori, degli operatori del settore e, in prospettiva, anche delle Istituzioni, del mondo della comunicazione e dei cittadini.
Mauro Donda, direttore generale di A.I.A, invita ad accedere agli Open Data. "Con il Progetto LEO - dichiara- stiamo andando a costruire un contenitore destinato ad essere un punto di riferimento anche per lo studio e la ricerca in zootecnia negli anni a venire”.
Fondi FEARS- L'Associazione è capofila del progetto LEO- che nel suo penultimo anno di attività- consegue l’obiettivo iniziale di "riunire in un'unica banca dati digitale tutte le informazioni relative al comparto zootecnico". L’iniziativa è finanziata dall’Unione europea, con Fondi FEARS (Sottomisura 16.2 – PSRN 2014-2020) ed è supportata dalla Direzione Generale dello Sviluppo Rurale del Mipaaf. Il 2023 segnerà l'anno conclusivo del progetto.
Partner del Progetto LEO- L'Associazione capofila ha messo a disposizione la raccolta dati nelle aziende zootecniche e la propria banca dati. Inoltre, si sta avvalendo di un partenariato di alto profilo- fa sapere nella nota stampa diffusa oggi- che comprende i Dipartimenti di Zootecnia di tre Università (Palermo, Tuscia e Cattolica), due Istituti Zooprofilattici (Umbria-Marche e Abruzzo-Molise), un Istituto Sperimentale (Lazzaro Spallanzani), un consorzio che opera per la tutela della biodiversità (ConSDABI), una società informatica che realizzerà l’Open Data (Bluarancio). Il Mipaaf è l'Autorità di gestione del Progetto LEO.
Accesso a LEO Open Data
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