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IGIENE ORALE

Il lockdown ha aumentato l'attenzione dei proprietari

Il lockdown ha aumentato l'attenzione dei proprietari
Mirko Radice (Siodocov) ha analizzato i risultati del 10° anniversario del Mese dell'igiene orale dei cani, promosso da Mars Italia. Punti di forza e di debolezza del pet owner italiano.


Anche quest'anno, i proprietari di cani si dichiarano attenti alla salute orale del proprio animale. Il dato emerge dalla ricerca condotta da Mars Italia in occasione del 10° anniversario del Mese dell'Igiene Orale dei Cani. L'indagine conferma che la sensibilità verso la salute orale  è notevolmente aumentata tra i proprietari italiani, pur con luci ed ombre.
Se è vero che 1 proprietario di cani su 2 si dichiara attento e consapevole (ben il 62,2% degli intervistati) non sempre i comportamenti sono altrettanto coerenti. Specie quando si tratta di fare prevenzione.

I dati vengono analizzati da Mirko Radice, Senior President di Siodocov (Società italiana di odontostomatologia e chirurgia orale veterinaria): "Negli ultimi anni - osserva- ho potuto osservare una maggiore attenzione da parte dei padroni all’igiene orale del proprio cane; questo è il risultato di campagne di sensibilizzazione che pongono l’attenzione su un tema che non è ancora oggetto dei corsi universitari". "Ciò che impariamo infatti, come medici veterinari sulla salute orale dei pet - prosegue - lo acquisiamo sul campo, con specializzazioni post laurea, nonostante sia ormai chiaro dalla letteratura scientifica che, esattamente come nell’uomo, la salute del cavo orale è strettamente connessa a quella generale".

Per ribadirlo torna l'appuntamento con il mese dedicato all’igiene orale dei nostri cani, promosso da Mars Italia. Quest’anno, in occasione del 10° anniversario dell’iniziativa, Mars Italia ha condotto la survey, che tratteggia

L’identikit del proprietario più attento all'igiene orale del cane- Il 'proprietario perfetto' si è rivelato essere donna (59,3%), con un’età compresa tra i 34 e i 44 anni (63,5%) e residente in grandi città oltre i 100mila abitanti (58,3%). Ad essere meno attenti sono risultati gli uomini, con un’età inferiore ai 24 anni o superiore ai 65, e residenti in piccoli centri urbani, soprattutto in campagna.
La consapevolezza sui disturbi orali che possono insorgere nei cani è presente nel 64% degli intervistati che ha dichiarato di "riconoscere che i denti del cane corrispondono alle nostre mani, un mezzo essenziale sia per la nutrizione sia per l’espressione".

Comportamenti incoerenti- Nonostante l’alta consapevolezza tra i pet owner, solo il 34% di essi infatti dichiara di agire abitualmente per prevenire le malattie del cavo orale nel proprio pet; malattie che, se non correttamente trattate, possono portare all’insorgere di vere e proprie patologie. Solo il 32% dei padroni di cane infatti decide di acquistare abitualmente, almeno una volta ogni due settimane, prodotti che aiutino il proprio animale a mantenersi in salute; 2 su 3 dichiara di acquistarli solo una volta al mese e il 14,5% mai o soltanto nel caso in cui diventi palese l’esistenza di un problema.
A confermare l’atteggiamento di quel 14,5% dei padroni è ancora Radice: "molti padroni di cani e gatti considerano il veterinario come uno specialista da cui recarsi solo in caso di vera emergenza; l’umanizzazione sempre più frequente dei nostri pet non ha però ancora fatto capire a molti proprietari che la prevenzione, come nell’uomo, è fondamentale e che portare il proprio animale dal veterinario in modo regolare garantisce una salute duratura".


Il ruolo del veterinario si dimostra quindi quanto mai centrale per assicurare al proprio pet una vita lunga e in salute. Il 95% degli intervistati infatti, prima dell’acquisto di un prodotto dedicato all’igiene orale, consulta sempre il proprio specialista di riferimento, un consulto essenziale perché come sottolinea Radice: "Molto spesso si acquistano prodotti non adeguati, magari dalla consistenza troppo dura, che invece che favorire la salute orale del cane la mettono a rischio, causando per esempio la rottura dei denti".
Anche per quanto riguarda i punti di riferimento per l’acquisto dei prodotti - ferma restando la centralità del veterinario - si registrano differenze tra uomini e donne, i primi si dimostrano, secondo la ricerca, più inclini a richiedere il consiglio del proprietario del punto vendita (29% degli intervistati) e a seguire ciò che viene pubblicizzato (17,4%); le donne invece sono più inclini a seguire quanto recensito online (21,2%) e quanto suggerito loro attraverso il passaparola (19,2%). "L’attenzione alla salute orale dei nostri cani – sottolinea Radice – deve essere alta fin da quando sono cuccioli, l’80% dei cani sopra ai tre anni d’età infatti presenta già patologie del cavo orale. Soprattutto nei cani toy (di piccola taglia), dove i denti occupano una superficie maggiore in rapporto alle dimensioni dell’osso, il rischio di parodontopatie si alza enormemente, così come se ne aggravano le conseguenze: una parodontopatia non trattata può infatti portare, nei casi più gravi, alla frattura dell’osso mandibolare anche durante il gioco o la masticazione con una degenerazione sistemica della salute dell’animale".

Dente rotto e alito cattivo: attenzione ai falsi miti - Il passaparola, che in molti casi è fonte di utili consigli, può rivelarsi talvolta anche un mezzo per affermare falsi miti e credenze sulla salute dei nostri animali. Spiega Radice "Molto spesso mi capita di parlare con padroni che ritengono per esempio la frattura di un dente un fatto di poco conto o che considerano l’alito cattivo del proprio cane una normalità; niente di più sbagliato! Come negli essere umani, la frattura di un dente rappresenta un problema medico chirurgico; anche nei nostri cani e gatti i denti sono innervati e vascolarizzati, pertanto la loro frattura causa dolore e apre la possibilità all’insorgenza di ascessi e granulomi, così come l’alito cattivo è quasi sempre sintomatico di una parodontopatia in corso". Proprio l’alito cattivo o la rottura di denti possono aver richiamato la nostra attenzione, in maniera più forte, durante la recente quarantena; solitamente infatti tendiamo a non accorgerci se il nostro pet ha un problema al cavo orale, perché non passiamo così tanto tempo a stretto contatto con loro "i nostri animali – ricorda ancora Radice – non possono avvertirci se provano dolore e, per loro stessa natura, tendono a celare qualsiasi problematica per non trasformarsi da predatore a preda; è un istinto ancestrale che secoli di convivenza con l’uomo non hanno cancellato nei nostri amici a quattro zampe".

Il periodo di isolamento nelle nostre abitazioni si è rivelato quindi un’occasione per passare più tempo con i nostri animali e per aumentare la nostra attenzione verso la loro salute; il 77,6% degli intervistati infatti dichiara di aver fatto più attenzione al proprio animale, curandolo più del solito attraverso l’acquisto di prodotti, come giochi o stick per tenerlo occupato e intrattenerlo (36,3%), o attraverso l’acquisto di snack ricompensa (29,4%) o semplicemente acquistando cibo di qualità più alta (21,2%). Anche nel modo in cui i pet owner si sono occupati del proprio animale, durante la quarantena, si sono delineate delle differenze di genere, gli uomini hanno puntato di più su educazione, intrattenimento e salute.

Vademecum per la cura dell’igiene orale: l’alitosi è il primo campanello di allarme di un problema al cavo orale, così come il poco movimento e il poco appetito, sintomi di mancanza di energia e di dolore durante la masticazione; se temiamo che il nostro cane abbia un problema al cavo orale, è bene ricorrere quanto prima alla visita veterinaria, in caso di gengive arrossate possiamo utilizzare gel con clorexidina; attenzione a non acquistare prodotti dalla consistenza troppo dura o privi di una certificazione sulla loro sicurezza; la profilassi deve essere esercitata in modo continuativo, il pet deve essere abituato fin da piccolo a spazzolare i denti ogni giorno; utilizzare sempre spazzolini con setole di crine morbido e mai garze o cotone che puliscono solo la corona dei denti senza raggiungere adeguatamente il solco gengivale.