L'Unità Operativa Veterinaria (Sanità Animale) della Lombardia ha inviato ad @nmvi Oggi una nota per chiarire la posizione della Regione sul Piano Triennale per la prevenzione del randagismo. Le interrogazioni di alcuni consiglieri regionali, di cui il quotidiano ha dato notizia, lamentano il blocco dei fondi. La Regione: primo bando nel pieno rispetto della tempistica
L'Unità Operativa Veterinaria (Sanità Animale) della Lombardia ha inviato ad @nmvi Oggi una nota per chiarire la posizione della Regione sul'attuazione del Piano Triennale per la prevenzione del randagismo. Le interrogazioni di alcuni consiglieri regionali, di cui il nostro quotidiano aveva dato notizia, lamentavano il blocco dei fondi.
Di seguito la nota della Regione.
L'attenzione che cittadini e associazioni rivolgono con crescente interesse al problema della tutela degli animali di affezione è indice dell'alto grado di civiltà che contraddistingue la nostra società. Chi non è in grado di tutelare gli animali, tanto più non sarà in grado di tutelare i soggetti deboli della società.
Conscia del proprio ruolo di regione leader, la Regione Lombardia ha adottato, prima tra le regioni e le provincie autonome italiane, un documento di programmazione triennale che affronta in modo coordinato ed efficace il problema "randagismo". Di più, la Regione Lombardia nel dare piena attuazione al principio della sussidiarietà, ha previsto un fattivo coinvolgimento delle associazioni e degli altri soggetti che si trovano a dovere fronteggiare giornalmente il problema di assicurare che tutti gli animali ricevano le cure e la tutela alle quali hanno diritto, al pari di tutti i "soggetti deboli".
Il piano triennale, primo nel suo genere, soprattutto per il valore degli stanziamenti deliberati, prevede un periodo di dodici mesi per l'adozione delle misure applicative, che è in rapporto alla complessità delle azioni da mettere in campo e delle garanzie che devono essere assicurate circa la corretta gestione dei fondi; l'approvazione del primo bando, finalizzato alla costruzione o alla ristrutturazione di canili pubblici, per il considerevole importo di 3 milioni e 250 mila euro, è stata deliberata il 15 giugno, e quindi nel pieno rispetto della tempistica prevista, a conferma la volontà delle Regione di dare piena attuazione alle misure previste nel piano entro i termini stabiliti. Non appare pertanto corretto, anzi è francamente fuorviante, parlare di "ritardi" quando il termine stabilito per l'attivazione degli interventi previsti dal piano, è quello, appunto di dodici mesi.
Lo scalpore che sembrerebbe avere suscitato la decisione di affidare la gestione del bando per la costruzione o alla ristrutturazione di canili pubblici a soggetti diversi da Regione Lombardia appare del tutto privo di motivazione.
È appena il caso di ricordare che la Regione con L.R. 27/12/2006, n. 30 ha istituito il "Sistema Regionale" al quale le ASL, quali gli Enti del Servizio Sanitario Regionale, fanno parte. Pertanto è assolutamente improprio riferirsi a una ASL della Regione Lombardia come a un "soggetto esterno all'Amministrazione Regionale".
La stessa Legge, all'articolo 48, dispone che le funzioni amministrative riservate alla regione possono essere esercitate anche "tramite Enti dipendenti, Aziende, Agenzie, e altri organismi istituiti ed ordinati con Legge regionale e sottoposti al controllo e alla vigilanza della Regione". E' nel piano rispetto del principio di sussidiarietà, quindi, che la regione ha delegato a un Ente territoriale, l'ASL di Milano, la gestione del bando per il cofinanziamento di progetti finalizzati alla lotta al randagismo, tramite il risanamento o la realizzazione di rifugi pubblici per gli animali d'affezione, ai sensi della DGR n° IX/939 dell'1/12/2010.
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