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FRIULI VENEZIA GIULIA

Pedigree obbligatorio nell'anagrafe canina regionale

Pedigree obbligatorio nell'anagrafe canina regionale
Dal 15 marzo, i cani  potranno essere registrati come "di razza" soltanto se hanno il pedigree. Zaro (Gruppo cinofilo isontino): "Il resto del Paese si dovrà adattare".


A partire dal 15 marzo 2021, tutte le registrazioni nell'Anagrafe canina regionale (BDR) di cani di razza dovranno avvenire allegando il certificato genealogico (pedigree) rilasciato esclusivamente dall’Enci.
Lo riferisce una nota pubblicata sul portale della regione.  In caso di assenza del pedigree, il cane, risulterà definito “simil ” riportando l'indicazione della razza fenotipicamente prevalente. Oppure sarà registrato come meticcio.

L'iniziativa era stata preannunciata dal Direttore del Servizio Veterinario Manlio Palei agli Ordini Veterinari provinciali con una circolare del 22 febbraio scorso. Il 1 marzo il Presidente dell'Enci Dino Muto ha spiegato che la norma "nasce dalla proficua collaborazione tra ENCI e la Regione" aggiungendo che l'ENCI comunicherà, attraverso il proprio portale, la documentazione che in Friuli Venezia Giulia dovrà essere trasmessa dagli allevatori per l’iscrizione all’anagrafe canina dei cani “di razza”.

In caso di cane importato dall'estero ed in possesso di un pedigree "EXPORT" deve essere richiesta la voltura all’Enci per poter essere registrato come cane di razza nella Banca dati regionale. Se tale azione non viene compiuta il cane resta straniero e non verrà riconosciuto come cane di razza dall’Enci.

Sanzionabile anche l'acquirente- Nella sezione di Igiene Urbana Veterinaria del sito web, la Regione precisa che un cane per essere definito “di razza” deve avere il pedigree e che un cane “di razza” senza pedigree è un “meticcio”.La vendita di animali definiti “di razza” senza pedigree è sanzionabile ai sensi del D.lgs n. 529/1992 (dai 5 ai 30mila euro di multa) con un ammenda che colpisce anche l'acquirente per "incauto acquisto" ai sensi del Codice penale (art. 712).

Quando è truffa-  E' sempre il sito della Regione Friuli a esemplificare: se compare un annuncio di vendita di "barboncini senza pedigree" si è passibili di denuncia per truffa.  E’ truffa anche dichiarare che i genitori del cucciolo hanno il pedigree, ma per vari motivi non è stato richiesto per i cuccioli da vendere. E inoltre, è truffa proporre il cucciolo con pedigree ad un prezzo molto maggiorato rispetto a quello senza, come pure  vendere il cucciolo con la documentazione che fa menzione di una “specifica razza”, ma non consegnare all’acquirente il pedigree o comunque non dimostrare di averlo richiesto all’'ENCI.

Autenticità- Il pedigree costa circa 30 euro. E’ possibile verificare presso l’ENCI  che l’eventuale pedigree rilasciato non sia un falso.

Il Ministero della Salute- La decisione del Friuli Venezia Giulia, prima regione ad introdurre il pedigree obbligatorio nell'anagrafe canina, si richiama ad una nota del 2017 della DGSAF (Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari) inviata in risposta alla Asl di Rovigo e circolata a tutti i Servizi Veterinari Regionali. Con riguardo alle informazioni genealogiche e di razza, la nota concludeva ritenendo "opportuno che le banche dati regionali potessero consentire la registrazione di tali elementi". Nell'Anagrafe Nazionale degli Animali d'Affezione la registrazione è prevista come facoltativa.
Nella circolare del 22 febbraio, il Servizio Veterinario friulano riferisce che "il Ministero della Salute ha dato disposizioni alle Regioni affinchè predispongano la registrazione di tali elementi nella Banca dati regionale dell’anagrafe canina".

I commenti- "La norma è "una tutela per i bravi allevatori" dichiara al Messaggero Veneto Gabriella Zaro, Vicepresidente del Gruppo Cinofilo isontino. "Ci sono però- aggiunge-delle questioni burocratiche che dovremo definire con la Regione nel caso, ad esempio, un cucciolo venga venduto fuori regione e dunque abbia poi come riferimento un'altra anagrafe canina. Visto che anche il resto del Paese si dovrà adattare siamo certi che verrà trovata una soluzione.
Per la Presidente dell'Ordine dei Veterinari di Trieste, Ada Rossi, "viene reso obbligatorio quello che si sarebbe dovuto fare da tempo, a vantaggio degli allevatori seri, che fanno anticipatamente le dovute verifiche geneticheo radiografiche per la displasia nei due riproduttori". Questo, prosegue Rossi, "non vuol dire che due proprietari di cani con pedigree, che non siano allevatori professionisti, non possano farli riprodurre, organizzandosi per tempo e chiedendo supporto al proprio veterinario e ottenere in seguito il certificato dall'Enci per i piccoli".

Se il pedigree non è subito disponibile- La norma friulana non ha effetto retroattivo e troverà applicazione solo per le registrazioni dal 15 marzo in poi. La precisazione è contenuta in una nota esplicativa emanata dal Servizio Veterinario, che chiarisce anche il caso di cucciolate nate da cani di razza con pedigree, se nel momento della loro iscrizione in anagrafe (ovvero entro i 60 giorni di vita) il pedigree non è disponibile. In questo caso, la Regione spiega la procedura:
I cuccioli devono essere iscritti come simil razza prima dell’acquisizione del pedigree rilasciato da Enci. È comunque possibile inserire nel campo denominato “estremi” a fianco del campo “provenienza” alcune annotazioni utili quali ad esempio il numero di pedigree dei genitori o la data di richiesta di iscrizione del cucciolo all’Enci. Queste annotazioni verranno riportate sulla stampa del modello 1 e potranno servire ad esempio in caso di esposizioni canine. Successivamente all’acquisizione del pedigree sarà cura dell’operatore rientrare nella scheda del cane, inserire il numero del certificato genealogico, la data  del certificato e l’immagine dello stesso. Il modello 1 riporterà quindi la razza del cane senza altra dicitura, diversamente dal modello 1 del cane senza registrazione del pedigree.