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PROPOSTA DI DIRETTIVA

Lupo, sì dell'Italia: nuova gestione in fase di recepimento

Lupo, sì dell'Italia: nuova gestione in fase di recepimento
Via libera alla proposta di Direttiva europea che modifica lo status di protezione del lupo (Canis lupus). Motivazioni e iter nel parere approvato dalla XIV Commissione della Camera.

E' conforme al principio di sussidiarietà. Per la Commissione Politiche Europee della Camera nulla osta ad affidare - in via sussidiaria- al Legislatore Europeo la modifica della direttiva Habitat.

Terminate le audizioni, la XIV Commissione Politiche Europee di Montecitorio, il 23 aprile scorso, ha concluso la discussione considerando "pienamente condivisibile" l'obiettivo generale della proposta, declassando in questo modo lo status di protezione del lupo da «rigorosamente tutelato» a «tutelato». L' Italia "è lo Stato membro con il maggior numero di esemplari". Secondo dati riferiti dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), infatti, in Italia si stimava la presenza nel 2021 di 3.500 lupi, circa la metà del numero di esemplari stimati nell'intero territorio degli USA, esclusa l'Alaska, che hanno una superficie 26 volte più ampia di quella italiana e territori meno antropizzati.

L'Unione Europea intende  contrastare il costante aumento della popolazione di lupi in tutta l'UE.  L'aumento della popolazione di lupi ha un impatto negativo sul settore zootecnico; in aggiunta, in alcune aree, specialmente quelle montane, la forte presenza di lupi scoraggia il turismo. Ma la crescita esponenziale della specie "preoccupa anche i cittadini in quanto, come sottolineato nella relazione trasmessa dal Governo, sono sempre più frequenti attacchi ad animali d'affezione e i casi di lupi confidenti che si avvicinano ai centri abitati e rappresentano una minaccia per l'uomo".

Dalla deroga alla caccia selettiva- Nel parere approvato dalla XIV Commissione si legge che la gestione della popolazione di lupi tramite l'applicazione della deroga prevista dall'articolo 16 della direttiva Habitat non è adatta ad affrontare le criticità , data la complessità e la durata degli iter burocratici che le autorità devono seguire per poter ricorrere ad essa.

Il ruolo dell'Italia- L'inserimento del canis lupus nell'allegato V della direttiva Habitat e non più nell'allegato IV consentirebbe di autorizzare a livello nazionale, in coerenza con l'articolo 14 della medesima direttiva, attività di caccia, fermo restando il continuo monitoraggio della popolazione e la garanzia dello stato di conservazione soddisfacente della specie: andrà pertanto valutata, in sede di recepimento della direttiva nell'ordinamento italiano, l'introduzione di forme di caccia selettive; a questo scopo andrà modificata la normativa nazionale vigente, con particolare riferimento alla legge n. 157 del 1992, prevedendo una gestione attiva delle popolazioni anche tramite prelievi letali, come già previsto in alcuni Stati membri dell'UE.

La proposta di Direttiva demanda agli Stati membri maggiore flessibilità nella gestione della popolazione di lupi, "necessaria in quanto i danni causati, seppure in termini assoluti poco impattanti sul comparto zootecnico, tendono a concentrarsi localmente; in questo modo si delineano hotspot di conflitto, dove la convivenza tra uomo e lupo è particolarmente critica e non può essere gestita unicamente con misure di protezione e prevenzione; in tal senso, infatti, il declassamento consentirebbe una gestione selettiva della specie che potrebbe includere anche prelievi e interventi di contenimento controllato"- è scritto nel parere approvato.

Iter-La parola passerà all'Europarlamento che potrebbe iniziare ad esaminare il testo nella prima sessione plenaria di maggio 2025. Sulla Direttiva si dovrà esprimere anche il Consiglio Europeo. La modifica dello status del lupo adegua la Direttiva Habitat alla modifica della Convenzione di Berna entrata in vigore il 7 marzo 2025. Il Consiglio dell'UE ha già adottato, il 16 aprile 2025, il proprio mandato in vista dell'avvio dei negoziati interistituzionali.