Allevatori e agricoltori rivendicano le competenze scientifiche per una svolta nella gestione della fauna selvatica.
"E' stato trasmesso alle regioni un documento di indirizzo tecnico sulla gestione del cinghiale e della peste suina africana, al fine di fornire un supporto specifico nella redazione e nell'aggiornamento dei singoli Piani regionali di gestione degli ungulati". L'ha dichiarato al question time della Camera il Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, riferendosi ad una nota congiunta, del 21 aprile 2021, dei Ministeri della Salute, Politiche agricole e Transizione ecologica.
Rispondendo ad una interrogazione dell'On Lorenzo Viviani (Lega) il Ministro ha dichiarato che "la competenza di molti Dicasteri non aiuta e non agevola le soluzioni che i produttori aspettano" L'interrogante ha chiesto al Ministro delle Politiche Agricole se non intenda modificare la legge n. 157 del 1992, con particolare riferimento al controllo faunistico e ai piani di contenimento regionali, ricorrendo anche a figure diverse dalle guardie forestali.
Al rigurardo, ha risposto Patuanelli, "è intervenuta una sentenza della Corte costituzionale che sembra aprire alla possibilità di avvalersi di altri soggetti, i cosiddetti coadiutori, a condizione che questi ultimi abbiano frequentato appositi corsi di preparazione, organizzati dalla regione sulla base di programmi concordati con ISPRA".
"Non si può non tenere conto quindi della sentenza della Corte costituzionale e segnalo infine che le regioni stanno già legiferando in linea con la citata sentenza della Corte"- ha concluso il Ministro.
Nella sua replica, l'On Viviani ha fornito alcuni dati: a distanza di quasi trent'anni dall'emanazione della legge n. 157 del 1992, i cacciatori sono passati da un milione 135 mila agli attuali 500 mila, quasi il 60 per cento in meno, con i cinghiali che, in dieci anni, sono passati da 500 mila ad un milione.
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