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TAR DEL LAZIO

PSA, il TAR respinge la richiesta di sospensione del PRIU

PSA, il TAR respinge la richiesta di sospensione del PRIU
Il TAR non annulla il Piano regionale del Lazio che prevede l'abbattimento di 50mila cinghiali e consente la "braccata".

Visto il carattere emergenziale della situazione il TAR del Lazio ha respinto l'istanza di l'annullamento del Piano Regionale Interventi Urgenti per la gestione, il controllo e l'eradicazione della peste suina africane nella specie cinghiale (PRIU).

L'istanza era stata presentata da Lav e Enpa obiettando al Piano  nella parte in cui ha previsto che nei prossimi tre anni debba essere raddoppiata la consistenza numerica degli abbattimenti di cui ai piani di selezione della stagione 2021-22, andando ad abbattere circa 50.000 capi e nella parte in cui prevedere la possibilità di utilizzare e di ottimizzare la forma della braccata.

Secondo le associazioni protezioniste- "la consistenza numerica e la densità dei cinghiali nulla hanno a che vedere con la diffusione del virus", mentre la forma della braccata è "una pratica deleteria, che aumenta la mobilità dei capi e per gli effetti la possibilità di ulteriore diffusione del contagio".

Sui tempi di adozione del Piano, il TAR rlleva che l’amministrazione regionale era tenuta alla tempestiva approvazione del piano, pena il commissariamento, e che il 5 maggio 2022 è stato rilevato il primo caso di PSA nel territorio regionale: "Ciò ha determinato l’attivazione urgente di tutte le misure sanitarie di contenimento dell’infezione nell’ambito del territorio circoscritto, nonché la revisione di alcuni aspetti contenuti nel Piano e la necessità di procedere celermente alla sua adozione in Giunta Regionale"

I previsti pareri sul Piano da parte dell'ISPRA  "sono stati comunque acquisiti nelle more del presente giudizio e sono favorevoli".

Infine il TAR Lazio non si ravvisa la violazione della legge quadro sulle aree protette.