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DOPO IL CONSIGLIO DI STATO

Piano cinghiali, Pan al Ministro Costa: ruolo attivo per i cacciatori

Piano cinghiali, Pan al Ministro Costa: ruolo attivo per i cacciatori
Il Consiglio di Stato "salva" il piano di controllo dei cinghiali della Regione Veneto. L'Assessore Pan rilancia: diventi una misura nazionale.

Nessun annullamento del piano tiennale 2017-2020 per il controllo del cinghiale e nulla da obiettare sul coinvolgimento attivo dei cacciatori. Il Consiglio di Stato non ha accolto l'appello di alcune associazioni protezioniste contro la Regione Veneto. “Il pronunciamento del Consiglio di Stato – lo dichiara lo stesso Assessore all'Agricoltura Giuseppe Pan - non entra nel merito del provvedimento", fondandosi infatti sulla improcedibilità per assenza di interesse, nei ricorrenti all'annullamento del Piano; in sostanza, per assenza di elementi lesivi della loro sfera giuridica.

L'Assessore Pan legge nella sentenza del Consiglio di Stato una conferma della "piena legittimità del piano veneto di controllo". La Magistratura ha inoltre "implicitamente riconosciuto una diversità ed una specificità della norma regionale, che, evidentemente, non contiene, elementi di criticità".  “Ora non ci sono più dubbi sulla legittimità della norma veneta che autorizza anche i cacciatori"- aggiunge Pan- ad essere parte attiva nel piano regionale di controllo e contenimento del cinghiale, adeguatamente formati e coordinati dall’autorità di vigilanza".

L'abbattimento di fauna nociva secondo il Consiglio di Stato- Nondimeno, la declaratoria di improcedibilità- aggiunge il Consiglio di Stato - non toglie la possibilità per la Regione Veneto di valutare, nella sua responsabile autonomia, la compatibilità con i principi costituzionali. Inoltre,  con riguardo alle persone abilitate all'abbattimento della fauna selvatica- il Consiglio di Stato ricorda che l'elenco contenuto nell’art. 19, comma 2, l. n. 157 del 1992 "è da considerare tassativo". Una sua integrazione da parte della legge regionale - precisa- "riduce il livello minimo e uniforme di tutela dell’ambiente imposto dalla citata norma statale", una materia che - a differenza della caccia- non è nella competenza residuale delle regioni. L’abbattimento di fauna nociva " è svolta non per fini venatori, ma per tutelare l’ecosistema, com’è confermato dal fatto che è presa in considerazione dalla norma statale solo come extrema ratio, dopo che i metodi ecologici non sono risultati efficaci".

Da regionale a nazionale- Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, l'Assessore veneto intende "coinvolgere i colleghi delle altre Regioni per avere una interlocuzione diretta con il nuovo governo, e in particolare con il riconfermato ministro all’ambiente Sergio Costa, per fare inserire, anche nella legislazione nazionale, il riconoscimento del possibile ruolo ausiliario di questi operatori nella realizzazione di piani di gestione e di controllo delle specie nocive, come il cinghiale, che mettono a rischio habitat, produzioni agricole, sicurezza stradale e sicurezza sanitaria”.

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