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CASSAZIONE

Il cane disturba i vicini di casa: è materia penale o civile?

Il cane disturba i vicini di casa: è materia penale o civile?
La Cassazione penale ha chiarito che per far leva sul reato penale, non basta che il cane disturbi solo i vicini di casa. Danni sì, sanzione penale no.

La Cassazione ha stabilito, infatti, che l'articolo 659 Cp entra in gioco solo se il disturbo del riposo coinvolge una serie indeterminata di persone.

Il proprietario di due cani di grossa taglia che abbaiavano per gran parte della giornata, quando venivano lasciati soli, non è dunque penalmente responsabile, ma solo civilisticamente. Dal punto di vista penale le emissioni sonore sono potenzialmente idonee a disturbare se arrecano offesa ad un numero indeterminato di persone e non solo alcune persone. Inoltre le emissioni sonore devono essere tali da superare la normale tollerabilità. Requisito non provato.

Infatti, anche se i carabinieri erano intervenuti su richiesta dei vicini lungo la via, anche a notte fonda, e il disturbo sembrava generalizzato, il proprietario dimostrava che non erano state portate prove decisive.

Con la sentenza depositata l'11 aprile, la Cassazione ha annullato la condanna penale inflitta al proprietario dal Tribunale di Roma: "Il latrare dei cani era idoneo a recare disturbo ai vicini di casa e non a una pluralità di persone". E poi dall'istruttoria era emerso che "i cani erano rinchiusi in una stanza che confinava con la camera da letto dei vicini e che il latrare era insopportabile proprio da quella stanza, così come confermato dai rilievi dei carabinieri". Ne consegue, conclude la Cassazione, che "manca il requisito dell'idoneità ad arrecare disturbo ad una serie indeterminata di persone con al conseguenza che i rimedi attivabili nel caso di specie sono quelli previsti dal Codice Civile e di Procedura Civile, ma non quello della fattispecie penale invocata".