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CASSAZIONE: AGGRESSIVITA’ CANI MAI IMPREVEDIBILE

CASSAZIONE: AGGRESSIVITA’ CANI MAI IMPREVEDIBILE
Il custode del cane di grossa taglia senza museruola che aggredisce un cagnolino piccolo ne risponde penalmente. Responsabile dell'animale non è solo il proprietario. Sentenza della Corte di Cassazione: colpa evidente a prescindere dall'obbligo o meno di portare la museruola. Aggressività "sempre da tenere in conto".

Il 5 ottobre la Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità di un donna che portava a passeggio senza museruola un Akita Inu: il cane aveva aggredito alle spalle uno Schnauzer nano nel pieno centro di Courmayeur, provocando lesioni al proprietario, intervenuto "con le nude mani" per tentare di salvare la vita al cagnolino.

Il proprietario dello Schnauzer nano aveva infatti cercato di separare gli animali, ma era stato azzannato dall'Akita Inu con conseguente asportazione di una falange. L'aggressione veniva interrotta per l'intervento di una terza persona "che sferrava un calcio al grosso cane. L'aggressione terminava con "esito grave" per lo Schanuzer nano.

Per la Corte, in linea con i giudici di merito, la donna è da ritenersi responsabile, pur non essendo la proprietaria del cane, ma avendolo in affidamento: "Chi ha in affidamento anche temporaneo un cane è tenuto alla custodia del medesimo, obbligo di custodia che sorge ogni qualvolta sussista una relazione anche di semplice detenzione tra l'animale e una data persona, in quanto l'articolo 672 del codice penale collega il dovere di non lasciare libero l'animale o
di custodirlo con le debite cautele al suo possesso, da intendere come detenzione anche solo materiale e di fatto, non essendo necessaria un rapporto di proprietà in senso civilistico".

La colpa " risulta evidente a prescindere dalla esistenza o meno dell'obbligo della museruola, dal momento che la donna non è stata in grado di controllare il comportamento del cane", nel momento in cui il cane "che ella teneva al guinzaglio ha aggredito il cane di un'altra persona, determinando la reazione dei tutto legittima dei proprietario di tentare di separare gli animali". Se avesse indossato la museruola, l'Akita "non avrebbe potuto azzannare l'altro cane, tenendolo in bocca e scuotendolo".

"Irrilevante", per la Cassazione, che la donna si difendesse sostenendo che "il cane non aveva mai manifestato aggressività verso le persone". Nella sentenza si parla infatti di "situazione, certamente non imprevedibile dal momento che nel comportamento degli animali vi è sempre una componente di aggressività anche, e talvolta specialmente, nei confronti degli altri animali, che deve essere tenuta in conto".

"E' evidente che se il cane Akita avesse avuto la museruola, il cui uso si imponeva, a prescindere dalla sussistenza di un obbligo legale, proprio per la grossa taglia dell'animale e per non essere la donna, proprio per la sua qualità di semplice detentore momentaneo dell'animale, in grado di conoscere le possibili reazioni dell'animale anche nei confronti degli altri cani, il fatto non si sarebbe verificato; come pure è evidente che la donna non è stata in grado di intervenire tempestivamente, come poi ha fatto un occasionale passante che ha sferrato un calcio all'animale, per porre fine all'aggressione prima che il cane rivolgesse la propria aggressività nei confronti dell'uomo".