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AMR E VACCHE DA LATTE

SIVAR: così cambia la gestione dell'asciutta

SIVAR: così cambia la gestione dell'asciutta
Il minore impiego di antimicrobici implica anche, durante l'asciutta, una dieta appositamente formulata e un management "anti-stress".



L'abbandono dell'antibiotico a tappeto alla messa in asciutta implica anche la necessità di asciugare bovine con meno quantità di latte e di sostenere, nel corso della fase di riposo funzionale, il sistema immunitario. Anche la presenza di ampi spazi procapite, di un ambiente pulito e di un adeguato raffrescamento sono elementi fondamentali per non stressare le bovine in asciutta e sostenerne il sistema immunitario.

Negli ambienti buiatrici - tanto in Italia quanto all'estero - non c'è ancora identità di vedute su quale sia il criterio migliore per scegliere le vacche da trattare e quelle da asciugare senza antibiotico. Un fatto, tuttavia, è certo: il minore impiego di antimicrobici implica anche la necessità di sostenere durante l'asciutta, attraverso una dieta appositamente formulata e un management "anti-stress", il sistema immunitario delle bovine al fine di scongiurare lo sviluppo di infezioni intramammarie e di altre patologie infettive.

Di qui è partito, in occasione del 21° congresso della  Sivar (Società italiana veterinari animali da reddito) e sponsorizzato da Boehringer Ingelheim, il catalano Alex Bach nel suo intervento sulla gestione dell'asciutta. Non prima però di aver evidenziato un altro aspetto cruciale: la necessità di diminuire la produzione lattea alla messa in asciutta: al di sopra dei 15 chilogrammi il rischio di contrarre successivamente infezioni intramammarie è molto alto. Infatti l'accumulo di latte in mammella e l'aumento della pressione intramammaria, oltre che a provocare dolore, favoriscono la penetrazione e la proliferazione dei mastidogeni.
Con l'antibiotico a tappeto il rischio mastite veniva tamponato, ma che fare oggi, in epoca di terapia selettiva?

Nella foto il relatore Alex Bach il presidente Sivar Daniele Gallo

(resoconto integrale a cura di Alessandro Amadei per Agronotizie)