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LA RELAZIONE FINALE

Benessere animale, Corte UE: divario tra ambizioni e attuazione

Benessere animale, Corte UE: divario tra ambizioni e attuazione
Giudizio severo dalla Corte dei Conti della UE sull'applicazione degli standard di animal welfare: la Commissione e gli Stati membri hanno ancora molto da lavorare.

Con la  relazione 31/2018 "Il benessere degli animali  nell’UE: colmare il divario tra obiettivi ambiziosi e attuazione pratica", la Corte dei conti europea valuta l'impatto politico e di bilancio di questo specifico settore. Il documento, presentato il 14 novembre dalla Corte, è la parte finale di una prima relazione preliminare pubblicata a gennaio di quest'anno.

In vista della nuova PAC-
La relazione 31/2018 - che copre un arco di tempo compreso tra il 2012 e gli inizi del 2018- contiene le valutazioni della Corte sulla strategia per il benessere degli animali (2012-2015), in vista della nuova Politica Agricola Comune post 2020.

La Sardegna per l'Italia
- In funzione delle dimensioni del settore zootecnico e della presenza di debolezze di conformità in materia di benessere animale, la Corte ha  selezionato un campione di cinque Stati membri: Germania, Francia, Italia (Sardegna), Polonia e Romania. Nell’insieme, gli Stati membri selezionati rappresentano oltre il 50% del mercato della carne dell’UE e il 40 % della spesa prevista dai programmi di sviluppo rurale per il benessere degli animali.

Le osservazioni della Corte
- L'ultima strategia (2012-2015) della Commissione per il benessere degli animali aveva un duplice scopo: affrontare i problemi di conformità e di migliorare le sinergie con la PAC. Ci è riuscita? La Corte ha riscontrato che "le azioni dell’UE per accrescere il benessere animale hanno avuto un esito positivo sotto alcuni aspetti, ma la loro attuazione ha subito ritardi e persistono debolezze in determinati ambiti critici riguardanti il benessere degli animali in azienda, durante il trasporto e al macello". Ad esempio, mancano informazioni per sapere se gli Stati membri abbiano risolto le problematiche sull’uso della deroga per la macellazione senza stordimento.

In sintesi, la Commissione ha sì portato a termine la sua strategia dell’UE per il benessere degli animali, "ma non ne ha valutato l’impatto"; dal canto loro  gli Stati Membri "hanno impiegato molto tempo per recepire determinate raccomandazioni e alcune questioni sono tuttora pendenti". Quanto alla gestione dell' ispezione ufficiale, "vi sono alcune debolezze nei sistemi di controllo e di audit". Per la Corte, ad esempio, "non vi sono sufficienti elementi che dimostrino che gli Stati membri pianificano le ispezioni ufficiali sulla base di un’analisi dei rischi".

Non va meglio sul fronte della PAC: gli Stati membri - osserva la Corte- "fanno un uso limitato degli strumenti offerti dalla politica agricola comune nel perseguire gli obiettivi in materia di benessere degli animali" e risulta "limitato" lo scambio di risultati tra le ispezioni ufficiali e i controlli di condizionalità. Negli Stati Membri, infine, ci sono "debolezze nell’applicazione delle sanzioni"

Raccomandazioni- La Corte formula raccomandazioni che riguardano il quadro di riferimento strategico e  azioni volte a rafforzare i collegamenti tra il benessere animale e la politica agricola. Due le scadenze indicate dalla Corte:

-entro il 2020- Valutare la strategia per il benessere degli animali 2012-2015  per stabilire se sono stati applicati e conseguiti i suoi obiettivi; sviluppare una strategia volta a garantire il rispetto delle disposizioni normative, specie quelle già in vigore da molto tempo; negli audit di conformità sulla condizionalità, valutare la completezza delle segnalazioni degli Stati membri, effettuando controlli incrociati tra i risultati delle ispezioni ufficiali e la banca dati dei beneficiari soggetti alla condizionalità.

-entro il 2021- Definire indicatori con valori di base e valori-obiettivo per misurare e confrontare il grado di conformità degli Stati membri nei restanti ambiti di rischio rilevati dalla valutazione; al momento di approvare le modifiche ai programmi di sviluppo rurale esistenti, contestare agli Stati membri l’applicazione della misura relativa al benessere degli animali laddove sia comprovata una diffusa non conformità (come il mozzamento della coda dei suini); sostenere standard più avanzati di benessere degli animali, al fine di offrire agli allevatori una gamma più ampia di incentivi per il miglioramento del benessere degli animali.

pdfLA_RELAZIONE_31_2018_DELLA_CORTE_DEI_CONTI.pdf2.47 MB
Il benessere degli animali nell’UE: colmare il divario tra obiettivi ambiziosi e attuazione pratica