Uno studio condotto dall'Istituto Zooprofilattico delle Venezie ha valutando al macello i segni dell’allevamento su oltre 30.000 galline, provenienti da 50 allevamenti italiani.
Lo studio, pubblicato su Poultry Science, è stato realizzato con l'Università di Padova, l'azienda sanitaria AULSS 5 Polesana e l'azienda Delta Group Agroalimentare. I ricercatori hanno esaminato due indicatori chiave di benessere, visibili solo dopo la spiumatura e quindi classificati come animal based measures (ABM):
Lesioni sternali, legate a fragilità ossea e urti contro le strutture.
Dermatiti plantari, associate a lettiere e superfici di scarsa qualità.
Dall’analisi sono emersi i principali fattori di rischio:
Tipo di allevamento: nelle gabbie arricchite minori dermatiti plantari rispetto ai sistemi a terra; nelle voliere aumento delle lesioni sternali.
Linea genetica: le galline rosse, più pesanti, presentano meno lesioni sternali ma più dermatiti plantari rispetto alle linee bianche.
Età: dopo le 90 settimane si osservano meno lesioni, indice che una gestione attenta può prolungare il ciclo senza penalizzare il benessere.
Stagione: in autunno e inverno cresce il rischio di dermatiti per la più difficile gestione dell’umidità della lettiera.
Nessun sistema risulta esente da criticità, ma la gestione gioca un ruolo decisivo nel ridurre i problemi. Lo studio valorizza inoltre il macello come vero e proprio “osservatorio epidemiologico”, utile per monitorare e migliorare il benessere animale.
I prossimi passi della ricerca puntano su sistemi automatizzati di analisi tramite computer vision per valutare su larga scala le ABM.