Sullo schema di decreto che apporta modifiche al Sistema SQNBA, la Conferenza Stato-Regioni ha raggiunto un Intesa subordinata all'accoglimento di alcune richieste.
Via libera alle modifiche sul decreto interministeriale 23 ottobre 2024 e in particolare ad alcuni allegati tecnici riguardanti la disciplina del «Sistema di qualità nazionale per il benessere animale». La Conferenza Stato-Regioni raggiunge l'Intesa, ma subordinandola all'accoglimento di un emendamento riguardante il periodo di allevamento dei bovini secondo i requisiti e le bovine non in lattazione. Gli emendamenti - incentrati sugli allevamenti familiari in zona di montagna- sono stati accompagnati da motivazioni e da alcune richieste e da una raccomandazione.
Attinenza ai requisiti per oltre sei mesi- Le Regioni hanno chiesto che sia inserita la previsione che i bovini debbano essere allevati secondo i requisiti del disciplinare per un periodo minimo non inferiore a sei mesi prima della macellazione e che, nel caso in cui in questo periodo sia superiore ai sei mesi, la relativa informazione possa essere riportata nella commercializzazione degli animali, dei prodotti della produzione primaria e dei prodotti alimentari.
Allevamento familiare- Con riguardo alla stabulazione fissa e alla previsione secondo la quale tutti gli animali non in lattazione subiscano almeno di 60 giorni di pascolo a stabulazione libera contenuta del disciplinare per il benessere animale dei bovini in allevamento familiare, le Regioni hanno subordinato l’Intesa all’inserimento di una specificazione: per animali non in lattazione si intendano le bovine giovani oltre i sei mesi di vita fino al primo parto (“manze”).
Preoccupazioni per le aziende zootecniche in zone montane- Le Regioni hanno motivato le richieste emendative con l'esigenza di "dare risposta alle reali necessità delle aziende tecniche operanti in zone montane in particolare dell'arco Alpino". Tre le problematiche esposte al riguardo: il rischio che il Sistema SQNBA le estrometta dal mercato, la presenza di grandi carnivori predatori e la progressiva automazione in sostituzione dell'attività umana.
Ci sono preoccupazioni- dicono le Regioni- per la prosecuzione dell'attività di allevamento bovino da latte di questi particolari contesti, "dove spesso l'allevamento da latte risulta l'unica attività economica possibile e indispensabile per il presidio del territorio". La preoccupazione è che la certificazione SQNBA vada "ben oltre la perdita economica dei premi" e possa determinare "la fuoriuscita dal mercato per le aziende zootecniche che non sono in grado di soddisfarne i requisiti tecnici, indipendentemente dal reale livello di benessere dei propri animali". Le Regioni fanno presente che si sta già registrando "un aumento degli ovini caprini a discapito dei capi Rubini da latte con evidente perdita economica e di presidio territoriale".
Preoccupa anche la presenza dei grandi carnivori, come lupi e orsi. "In mancanza di regole di gestione, questi predatori stanno provocando una importante disaffezione da parte degli allevatori nel portare i propri animali produttivi a pascolo".
E ancora: i processi di automazione e innovazione tecnologica nelle stalle, in risposta alla progressiva perdita di allevatori, "stanno determinando un aumento del numero medio di capi allevati anche nelle zone montane, dove l'alternativa alla stabulazione fissa non è sempre o immediatamente possibile. In futuro, "è assai improbabile che vi siano aziende zootecniche da latte senza robot di mungitura, ma è altrettanto difficile ipotizzare questa dotazione tecnologica al servizio di una mandria con meno di 90 capi.
In sostanza, stante l'assoggettamento dell'Eco-schema 1 al sistema di qualità nazionale quale elemento di giustificazione dei relativi premi erogati, " è necessario oltreché doveroso valutare correttamente e concretamente gli impatti delle disposizioni proposte".
Raccomandazione – Le Regioni raccomandano che il Comitato tecnico-scientifico Benessere Animale (CTSBA) possa esaminare e discutere le modifiche delle Regioni prima che si riunisca la prossima Conferenza.
Il testo dell'intesa