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UMBRIA E TOSCANA

Castoro euroasiatico, Barbaro: urgente un piano di rimozione

Castoro euroasiatico, Barbaro: urgente un piano di rimozione
Il Ministero dell'Ambiente e l'ISPRA ritengono necessario e urgente che le Regioni intervengano per limitare la diffusione delle colonie di Castor fiber presenti in Umbria e in Toscana.
La comparsa di nuclei di castoro eurasiatico in Italia centrale, in particolare in Umbria e in Toscana, è stata materia per una interrogazione parlamentare del Deputato Marco Simiani (PD) che ha chiesto al Ministero dell'Ambiente di chiarire il proprio orientamento. L'interrogante si è riferito a notizie di stampa secondo le quali il Ministero dell'Ambiente avrebbe chiesto alle Regioni di intervenire "demandando loro come procedere".
Un parere di Ispra- riportato nell'interrogazione- avrebbe valutato la presenza di esemplari nel Centro Italia come dovuta a "un'espansione non naturale, che potrebbe creare problemi all'ecosistema, oltre a determinare un pericoloso precedente relativo alla reimmissione di animali non autoctoni peraltro vietata dalla legge".

Il Sottosegretario all'Ambiente Claudio Barbaro ha risposto indicando in primo luogo le cause della presenza del castoro eurasiatico, riconducibili al rilascio non autorizzato. Il Ministero e l'Ispra hanno informato le Regioni dell'urgenza di un "rilevamento speditivo della presenza della specie sul territorio, finalizzato a valutarne l'effettiva distribuzione e alla definizione e attuazione di un piano per la rimozione dei nuclei esistenti". Barbaro ha parlato di "rilevanti implicazioni gestionali che deriveranno dalla tempestività e dalle modalità di gestione della specie".

La necessità di un'azione coordinata di rimozione è giustificata - ha spiegato il Sottosegretario- dalle capacità di spostamento e diffusione della specie e, soprattutto, dalle ricadute collettive che si avrebbero a seguito dell'insediamento della specie anche in una sola delle regioni interessate". 

Per questo motivo, le due regioni sono state invitate e sollecitate a pianificare con la massima urgenza gli interventi gestionali da intraprendere, da attuare secondo l'iter autorizzativo previsto dall'articolo 19 della legge n. 157 del 1992.
Suddetti interventi hanno carattere di necessità ed urgenza, in relazione ai gravi impatti che la specie verosimilmente produrrà ad un ecosistema delicato come i corsi d'acqua, nonché alle specie ed agli habitat ad essi collegati, anche di interesse comunitario.