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IL CONVEGNO

Violenza sulle lavoratrici della sanità: 2 mila casi all'anno

Violenza sulle lavoratrici della sanità: 2 mila casi all'anno
Le donne della sanità italiana registrano 2mila casi di violenza all'anno. Un caso su dieci per mano di colleghi. Le altre sono aggressioni di pazienti, familiari o altre persone esterne ai servizi di assistenza.

Si è svolto oggi al Ministero della Salute il convegno “La prevenzione degli episodi di violenza sulle lavoratrici della sanità”. Il convegno (qui il video) ha affrontato il fenomeno della violenza contro le operatrici sanitarie sulla base dei più recenti dati Inail, dello stato dell’arte della legge 14 agosto 2020 n.113  (Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni) e delle azioni di prevenzione degli episodi di violenza sulle donne.

Al convegno, insieme a rappresentanti di governo e delle istitutuzioni sono intervenuti gli Ordini della Sanità. Per la Fnovi, la Vicepresidente Daniela Mulas ha affermato:  “Quando parliamo di violenza non ci riferiamo solo agli episodi di violenza fisica ma intendiamo ampliare lo sguardo verso tutti quei fenomeni di discriminazione di genere con cui ancora oggi le veterinarie devono fare i conti. La professione è ancora oggi vista nella mentalità corrente come prettamente al maschile, con minor fiducia nella figura della “donna” veterinaria e molti sono i meccanismi di discredito messi in atto più o meno consapevolmente. Mi riferisco qui agli episodi di violenza verbale che vanno dagli apprezzamenti personali offensivi tramite scritte minacciose e offensive, al discredito sui social fino ai fenomeni di stalking. Penso alle differenze nelle retribuzioni a parità di compiti; alle maggiori difficoltà nell'accesso alle carriere; alla disparità professionale fondata sul genere; alla discriminazione nell’uso del linguaggio: siamo chiamate signora e anche se abbiamo acquisito titoli di studio o professionali prestigiosi subiamo una delegittimazione del ruolo.”

Violenze a donne della sanità - In Italia sono stati accertati 11.000 casi di aggressione (dato Inail) dal 2015 al 2019, una media di oltre 2 mila casi l’anno con un andamento stabile.
Il 9% del totale degli infortuni accertati da Inail nel settore sanità e sociale in 5 anni sono casi di aggressione
Il 72,4% dei casi di aggressione ha riguardato le donne: 7.858 casi per le donne contro i 3.000 per gli uomini
Le aggressioni alle donne sono avvenute:
il 24,9% dei casi in ospedali e case di cura
il 25% nelle strutture di assistenza sociale residenziale
il 22,4% nell’assistenza sociale non residenziale
Dei casi accertati, 9 episodi di violenza su 10 provengono da pazienti, familiari o altre persone esterne ai servizi di assistenza. 1 caso su 10 avviene da parte di colleghi.

Violenze alle donne in generale- In Italia i dati ISTAT mostrano che il 31,5% delle donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner.
Secondo la nota Istat sugli omicidi di donne con i dati 2019, delle 111 donne uccise nel 2019, l’88,3% è stata uccisa da una persona conosciuta. In particolare il 49,5% dei casi dal partner attuale, corrispondente a 55 donne, l’11,7%, dal partner precedente, pari a 13 donne, nel 22,5% dei casi (25 donne) da un familiare (inclusi i figli e i genitori) e nel 4,5% dei casi da un’altra persona che conosceva (amici, colleghi, ecc.) (5 donne).

I servizi del Sistema sanitario nazionale italiano - In Italia il Servizio Sanitario Nazionale garantisce alle donne, alle coppie e alle famiglie, le prestazioni e i servizi finalizzati alla prevenzione, all’individuazione precoce e all’assistenza nei casi di violenza di genere e sessuale. In particolare per la tempestiva e adeguata presa in carico delle donne vittime di violenza che si rivolgono al Pronto Soccorso sono state adottate le specifiche Linee Guida nazionali per le Aziende sanitarie e le Aziende ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle donne vittime di violenza.
Il ministero della Salute ha, inoltre, finanziato quest’anno il nuovo Progetto CCM “Strategie di prevenzione della violenza contro le donne e i minori, attraverso la formazione di operatrici e operatori di area sanitaria e socio-sanitaria con particolare riguardo agli effetti del COVID-19". Il Progetto vede come capofila la Regione Toscana e coinvolge complessivamente sei Regioni (Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Puglia, Toscana, Umbria) e l’Istituto Superiore di Sanità.

Il 25 novembre si celebra nel mondo la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, una ricorrenza istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che in questa data invita i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica. Nel mondo la violenza contro le donne interessa 1 donna su 3.

I dati presentati oggi sulla situazione italiana "evidenziano le gravi dimensioni del fenomeno della violenza contro le donne"- osserva una nota del Ministero-  che costituisce un rilevante problema di sanità pubblica, oltre che una violazione dei diritti umani.

Pagina del Ministero della Salute contro la violenza sulle donne