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LETTER TO THE EDITOR

SARS CoV-2, Di Guardo: elenco specie suscettibili si allunga

SARS CoV-2, Di Guardo: elenco specie suscettibili si allunga
Esce oggi su Veterinary Record una Letter to the Editor sull'infezione da SARS-CoV-2 nei cervi a coda bianca negli Stati Uniti. La firma il professor Giovanni Di Guardo.

Si allunga l'elenco delle specie animali suscettibili al virus SARS CoV-2. Ad oggi, l'elenco include tra gli altri, gatti, cani, procioni, leoni, tigri, leopardi delle nevi, puma, furetti, criceti, lontre, gorilla e visoni. A richiamare l'attenzione della comunità scientifica internazionale è il caso "intrigante ed allarmante" dei cervi a coda bianca statunitensi. Lo definisce così il professor Giovanni Di Guardo, in una Letter to the Editor pubblicata oggi su Veterinary Record.

Il cervo a coda bianca (Odocoileus virginianus) è, in ordine di tempo, l'ultima specie che si aggiunge al già consistente novero di quelle naturalmente e/o sperimentalmente suscettibili nei confronti dell'infezione da SARS-CoV-2. Spiega il professor Di Guardo: "Diversamente da quanto osservato poco più di un anno fa negli allevamenti intensivi di visoni dei Paesi Bassi e della Danimarca (ove lo "stamping out" di massa ha comportato l'abbattimento di ben 17 milioni di esemplari!), non è stato sinora documentato alcun caso di trasmissione di SARS-CoV-2 dai cervi a coda bianca all'uomo (leggasi "spillback cervo-uomo"). Ciononostante- prosegue l'esperto-  quello dei visoni olandesi e danesi, che avrebbero "restituito" in forma mutata all'uomo una variante di SARS-CoV-2 ("cluster 5") selezionatasi nel loro organismo a seguito della pregressa trasmissione del virus agli stessi da parte dell'uomo, costituisce a mio avviso un precedente degno della massima attenzione".

La Letter parla di "elevato grado di suscettibilità nei confronti di SARS-CoV-2 da parte dei cervi a coda bianca". Questi animali - una volta acquisita l'infezione con ogni probabilità dall'uomo- "sarebbero capaci di propagarla all'interno della propria specie senza che ciò si estrinsechi, peraltro, nella comparsa di una malattia clinicamente manifesta, eccezion fatta per sporadici casi d'infezione paucisintomatici. I cervi dell'Iowa- prosegue Di Guardo-  sarebbero inoltre risultati sensibili ad alcune "varianti" di SARS-CoV-2 identificate nella nostra specie, quali in primis la "B.1.2" e la "B.1.311".

E' assodato, che SARS-CoV-2 è un agente patogeno dotato di notevole plasticità. Come affrontare tutto ciò? "Mediante un approccio olistico e multidisciplinare- risponde il professor Di Guardo, ricordando la presunta origine di SARS-CoV-2 dal mondo animale, "al pari di quanto avvenuto per i suoi "illustri predecessori" rappresentati dai betacoronavirus della SARS e della MERS (rispettivamente nel 2002-2003 e nel 2012). Senza contare che "gli agenti responsabili delle cosiddette malattie infettive emergenti, in almeno il 70% dei casi, trarrebbero la propria origine, dimostrata o quantomeno sospetta,  da uno o più "serbatoi" animali".

"A dispetto di quanto sopra, spiace constatare che nel Comitato Tecnico-Scientifico, popolarmente noto con l'acronimo CTS, non sieda ancora un solo Medico Veterinario, a distanza dei quasi due anni oramai trascorsi dalla sua istituzione"- è la conclusione della Letter of Editor.


Susceptibility of white-tailed deer to SARS-CoV-2
Giovanni Di Guardo
https://doi.org/10.1002/vetr.1204