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SELVATICI

IZSVE, Leptospirosi in un lupo: è il primo caso in Europa

IZSVE, Leptospirosi in un lupo: è il primo caso in Europa
Descritto dai Veterinari dell'IZSVE un caso di leptospirosi in un lupo. E' il primo in Europa: "vittima accidentale più che un serbatoio di infezione".

I Veterinari della sezione udinese dell'IZSVE hanno rilevato, per la prima volta in Europa, un caso di leptospirosi  in un lupo. Si tratta di un esemplare maschio, di circa 7 mesi che era stato investito in provincia di Pordenone e successivamente sottoposto a indagini sanitarie, in funzione delle lesioni riscontrate. Secondo l'IZSVE - che ne ha dato notizia-  il lupo sarebbe "più una vittima accidentale che un serbatoio di infezione", ma per i  ricercatori il caso è "un interessante epifenomeno e sentinella della diffusione di sierogruppi di leptospira nel territorio".

I riscontri diagnostici- Dai primi approfondimenti diagnostici biomolecolari è stata evidenziata la presenza di una leptospira patogena a livello renale, mentre dall’esame sierologico per ricerca anticorpi – sempre nei confronti di leptospira – è stata osservata la presenza di reattività verso tre sierogruppi: Grippotyphosa, Pomona, Icterohaemorrhagiae. Dall’esame istopatologico del rene è emersa una nefrite interstiziale cronica. Successivamente i campioni sono stati inviati al Centro di referenza nazionale per la leptospirosi dell’IZS Lombardia ed Emilia-Romagna per la tipizzazione molecolare, la fase in cui vengono assegnati nome e cognome al patogeno.

Il ruolo dei cinghiali- La leptospira è stata identificata come Leptospira kirschneri, sierogruppo Pomona, serovar Mozdok (ST117). Si tratta di un ceppo la cui circolazione in Italia è già nota nel suino e nel cane, mentre nel cinghiale (Sus scrofa) è stata finora rilevato il sierogruppo Pomona, serovar Pomona. È verosimile che la serovar Mozdok possa circolare anche nel cinghiale, vista l’omologia di specie rispetto al suino domestico e che il cinghiale possa rappresentare un serbatoio di infezione per il lupo; dal punto di vista epidemiologico, il rapporto preda-predatore tra cinghiale e lupo è compatibile con una trasmissione diretta o indiretta dell’infezione.

Il ruolo dei selvatici- In ambito selvatico sono riconosciuti serbatoi di infezione, in particolare tra i roditori; nei carnivori selvatici sono state riscontrate positività sierologiche, sebbene il riscontro di quadri patologici da leptospira non sia frequente. In Europa finora non erano note segnalazioni di forme cliniche o di lesioni anatomopatologiche dovute a leptospira nel lupo; riscontri di positività sierologiche sono stati documentati in Spagna, mentre analisi condotte in centro Italia sono risultate negative.

La presenza del lupo nell'arco alpino- La comparsa della malattia nel lupo è collegata alla ricolonizzazione naturale che interessa ormai tutto l’arco alpino. L’espansione del lupo italico (Canis lupus italicus) dagli Appennini alle Alpi e l’incontro con esemplari provenienti dalle aree dinarico-balcaniche (Canis lupus lupus) hanno dato origine a nuclei familiari nel Nord-est che si stanno stabilizzando. A parte presenze sporadiche di soggetti provenienti dalla Slovenia, la prima coppia di lupi formatasi sul territorio è stata individuata nel 2013 e attualmente si stimano circa 15-25 esemplari in tutta la Regione.

Il rilevamento - ad opera dei veterinari della sezione di Udine dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie-  è stato pubblicato sulla rivista scientifica International Journal of Environmental Research and Public Health (IJERPH).