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RAPPORTO MINSAL ISS

Chi ha avuto COVID-19 deve comunque vaccinarsi?

Chi ha avuto COVID-19 deve comunque vaccinarsi?
 La vaccinazione anti-COVID-19 è indicata a chi ha una pregressa infezione, sintomatica o asintomatica, da SARS-CoV-2. Ecco come e perchè.

Il Ministero della Salute ha diffuso un aggiornamento sull'emergenza da SARS-CoV-2 contenente indicazioni sulla vaccinazione anti Covid-19. Il documento, a cura dell'Istituto Superiore di Sanità, affronta in dettaglio la posizione - ai fini dell'immunizzazione- dei soggetti con pregressa infezione, sintomatica e non.

Una dose o due? L'Istituto Superiore di Sanità afferma che le persone immunocompetenti guarite dalla malattia COVID-19 "devono essere considerate protette dall’immunità post-infezione per almeno 3 mesi". La prima dose del vaccino andrebbe somministrata dopo il 3° e preferibilmente al 6° mese dalla guarigione. Inoltre, è indicato che le persone guarite da COVID-19 debbano ricevere una sola dose di vaccino, che funzionerà da booster (richiamo).

La risposta immunitaria- Nelle persone con pregressa infezione da SARS-CoV-2 la risposta immunitaria con la prima dose di vaccino a mRNA "è robusta e paragonabile o persino superiore a quella ottenuta con due dosi nei soggetti sieronegativi al momento della vaccinazione".
Inoltre, sulla base di dati "molto preliminari" l'Istituto Superiore di Sanità ritiene "ipotizzabile che la risposta immunitaria alla seconda dose nei soggetti con pregressa infezione possa essere irrilevante o persino controproducente".
Sebbene questi dati si riferiscano ai vaccini a mRNA, per l'ISS "è ragionevole assumere che non vi siano differenze peraltre tipologie di vaccini".

Profili di sicurezza- Non sembrano esserci differenze significative tra i soggetti positivi per SARS-CoV-2 e quelli negativi. Anche se "qualche recente segnalazione mostra una reattogenicità sistemica (reazioni avverse attese di natura sistemica, come febbre, brividi debolezza, mal diesta, ecc.) più frequente nei soggetti con pregressa infezione".

Probabilità di reinfezione-  Nei soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV-2 la probabilità di reinfezione sintomatica o asintomatica è ridotta dell’83% e la durata dell’effetto protettivo dell’infezione precedente ha una mediana di 5 mesi.

No ai test prima della vaccinazione- L’esecuzione di test diagnostici prima della vaccinazione non è indicata. L'ISS aggiunge che queste indicazioni potrebbero essere riviste sulla base di ulteriori evidenze scientifiche sulla durata dell’immunità vs.SARS-CoV-2 acquisita a seguito dell’infezione naturale.

In conclusione- Le persone con pregressa infezione da SARS-CoV-2 confermata da test molecolare, indipendentemente se con COVID-19 sintomatico o meno, dovrebbero essere vaccinate.
È possibile considerare la somministrazione di un’unica dose di vaccino anti-COVID-19 nei soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV-2 (decorsa in manierasintomatica o asintomatica), purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dalla documentata infezione e preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa.
Fanno eccezione le persone che presentino condizioni di immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici, che, anche se con pregressa infezione da SARS-CoV-2, devono essere vaccinate quanto prima e con un ciclo vaccinale di due dosi.

Rapporto ISS COVID-19 n. 4/2021