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ANMVI A ENPA: AMBULATORI? CE NE SONO FIN TROPPI

ANMVI A ENPA: AMBULATORI? CE NE SONO FIN TROPPI
Sull'iniziativa dell'ENPA, "La Giornata degli animali", l'ANMVI si rivolge alla Presidente Carla Rocchi: legittimo raccogliere fondi per finalità protezionistiche, ma la solidarietà degli italiani sensibili agli animali non va sprecata nella costruzione di ambulatori veterinari che in Italia sono già in sovrannumero. Sono altre le carenze. Usare i fondi per pagare le cure prestate dai liberi professionisti agli animali senza proprietario.

"La solidarietà degli italiani sensibili agli animali non va sprecata nella costruzione di nuovi ambulatori veterinari che in Italia sono già in sovrannumero"- è questo il messaggio dell'ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) all'ENPA che anche quest'anno si presenta nelle piazze italiane con la «Giornata degli animali» e stavolta raccoglie contributi per la costruzione di nuovi ambulatori veterinari di primo soccorso.

L'ANMVI fa notare che in Italia sono attive circa 6.700 strutture veterinarie capillarmente ubicate su tutto il territorio nazionale e che le strutture aperte 24 ore, o con reperibilità 24 ore, sono già presenti in numero adeguato ad affrontare le emergenze veterinarie.

A scarseggiare sono semmai le risorse per il soccorso degli animali senza proprietario, per i quali Asl e Comuni troppo spesso si palleggiano la responsabilità della spesa, senza dotarsi di risorse certe per rifondere il medico veterinario libero professionista che ha prestato le cure salvavita. In proposito l'ANMVI ha manifestato alla presidente dell'ENPA, Carla Rocchi,  piena disponibilità alla collaborazione. La medicina veterinaria d'urgenza è una branca specialistica che richiede, oltre ad una costante attività di aggiornamento veterinario, una dotazione tecnologica e strutturale adeguata.

E' opinione dell'ANMVI che -a seguito dell'introduzione dell'obbligo di soccorso stradale nel nuovo Codice della Strada- tardi anche ad arrivare il completamento normativo dell'obbligo che dovrà consentire l'impiego di mezzi per il trasporto dell'animale incidentato.

Allo stato, conclude l'Associazione, si fa ancora troppa confusione fra il primo soccorso e il pronto soccorso. Mentre la prima attività deve essere intesa come un'attività di primo intervento, possibile se non indispensabile in alcune situazioni anche da parte di chi ha provocato l'incidente (cfr. Linee guida di primo intervento diffuse dall'ANMVI in collaborazione con la SIMUTIV la Società di Medicina Veterinaria d'Urgenza), la stabilizzazione del paziente incidentato non può che essere svolta da una struttura medico veterinaria autorizzata, in grado di riferire - eventualmente - l'animale ad altra struttura specialistica in caso di necessità.