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FORMAGGI AVARIATI, LE ACCUSE DEL PM

FORMAGGI AVARIATI, LE ACCUSE DEL PM
Il pm di Cremona, Francesco Messina, ha notificato la chiusura delle indagini sulla vicenda dei formaggi contraffatti e adulterati. Abuso d'ufficio, ingiusto vantaggio e danno ai consumatori le contestazioni ai veterinari coinvolti.

Il quotidiano La Provincia di Cremona riferisce oggi che il Pubblico Ministero Francesco Messina ha notificato alle persone coinvolte la chiusura delle indagini sui formaggi avariati, un caso di contraffazione e adulterazione alimentare balzato alle cronache nazionali alcuni giorni fa, ma risalente addirittura al 2004.

Gli indagati sono in tutto 26 persone, le aziende dedite al "riciclo" sono la Tradel di Casalbuttano (Cremona) e la Megal di Novara di proprietà di un unico imprenditore.

Al proprietario, al direttore e al capo magazzino - liberi da febbraio dopo l'arresto di alcuni giorni nel settembre scorso- il pm Messina ha contestato di aver "alterato le caratteristiche di vari prodotti lattiero -caseari, prima che fossero distribuiti per il consumo, rendendoli pericolosi per la salute pubblica". Alla Megal sono indigati oltre al proprietario anche la veterinaria responsabile dell'autocontrollo e il responsabile del magazzino.


Per i tre veterinari ASL l'accusa è di abuso d'ufficio in concorso. A tutti, il pm contesta di aver "intenzionalmente" procurato al proprietario della Tradel "un ingiusto vantaggio patrimoniale arrecando inoltre un ingiusto danno ai consumatori finali dei prodotti alimentari lavorati presso la Tradel, anticipando le ispezioni". Per il pm, inoltre, uno dei veterinari indagati era a conoscenza che la Tradel "disattendeva in maniera evidente le norme igienico-sanitarie". E lo sapeva, perchè dopo un'ispezione di un funzionario della Regione Lombardia venne sollecitato ad adottare un provvedimento. Sarebbero 244.504 i chilogrammi di prodotti "sfuggiti" alla vigilanza veterinaria.

Nei ventisei ci sono anche alcuni tecnici della ASL che avrebbero attestato il falso.

Tra gli indagati figurano anche dirigenti e responsabili dei fornitori della Tradel ai quali viene contestato di essere "consapevoli della successiva destinazione alla trasformazione industriale per il consumo umano di prodotti non impiegabili per tale scopo bensì da destinare o al consumo animale o allo smaltimento, trattandosi di prodotti in pessimo stato di conservazione, alterati, ammuffiti oppure classificati non edibili".

I nomi dei fornitori finiti nell'inchiesta sono: Galbani, Brescialat, Caseificio Castellan Urbano, Venchiaredo, Frescolat, Centrale del Latte di Firenze, Pistoia Livorno, Euroformaggi, Industria Casearia Ferrari Giovanni e Giovanni Colombo spa.

Tutti gli indagati hanno venti giorni di tempo per produrre la loro difesa. 

Allegati
pdf L'ARTICOLO SULLA PROVINCIA DI CREMONA.PDF