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STATO-REGIONI

Carni di selvaggina selvatica, linee guida verso l'intesa

Carni di selvaggina selvatica, linee guida verso l'intesa
Oggi la Conferenza Stato Regioni esamina le Linee guida in materia di igiene delle carni di selvaggina selvatica. Intesa all'ordine del giorno.


Con l'intento di armonizzare le attività di controllo ufficiale in materia di igiene delle carni di selvaggina selvatica, a dicembre del 2020 il Ministero della Salute ha proposto alle Regioni una linea guida. Il documento è all'esame odierno della Conferenza Stato Regioni per la prescritta intesa. 

In via di regolamentazione sono le carni destinate al consumo umano di selvaggina "piccola" e "grossa": ungulati e lagomorfi selvatici e altri mammiferi terrestri oggetto di attività venatorie, come da Regolamento 853/04. Tre le destinazioni delle carni oggetto di regolamentazione: autoconsumo, commercializzazione e cessione diretta. Al riguardo il Regolamento europeo prescrive "una adeguata ispezione della selvaggina selvatica oggetto di attività venatorie", una disciplina ad hoc per i centri di lavorazione e formazione ai cacciatori che immettono nel mercato selvaggina selvatica destinata all'alimentazione umana.

Le Linee guida, di cui non è disponibile il testo approdato alla Conferenza, sono state recentemente materia di discussione in campo ambientale e scientifico, rispettivamente in funzione anti-bracconaggio e pro garanzie igienico-sanitarie.

Per la Società Italiana di Ecopatologia della Fauna (SIEF), nelle bozze circolate la cessione al consumatore finale e ai laboratori con rivendita al dettaglio appariva gravata da complicazioni non previste dal Regolamento 853 e non in grado di stimolare le filiere corte; ulteriori rilievi mettevano l'accento sull'importanza della  "persona formata" e delle buone pratiche venatorie di gestione della carcassa.
Se la cornice di riferimento è il "pacchetto igiene" europeo, il contesto nazionale è quello di un Paese che introduce importanti quantitativi di carne di selvaggina cacciata in altri Stati europei  e che osserva una espansione demografica e spaziale degli ungulati (cinghiali e cervi in modo particolare) con un conseguente aumento dei piani di prelievo dovuto anche ai danni che si verificano sul territorio. Di qui l'esigenza di una linea guida aggiornata.

Lo sbocco atteso è di un approccio propedeutico allo sviluppo di una filiera trasparente e controllata, sia dei capi abbattuti che delle e carni lavorate.