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DALL'IZSAM

Trichinella: eccezionale riscontro diagnostico dopo 50 anni

Trichinella: eccezionale riscontro diagnostico dopo 50 anni
Per i laboratori dell'Istituto Zooprofilattico, "il ritrovamento di questo parassita su carni di suino domestico rappresenta un evento del tutto eccezionale".


Rinvenute larve di Trichinella nelle carcasse di due suini domestici sottoposti a regolare macellazione. Lo rende noto oggi l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise, spiegando che il riscontro diagnostico risale al periodo gennaio-febbraio 2020. Le larve sono state inviate al Laboratorio di Riferimento Europeo per i parassiti dell’Istituto Superiore di Sanità che ha effettuato la genotipizzazione e l’identificazione della specie Trichinella britovi, la stessa che sostiene il ciclo selvatico del parassita.

Gli animali risultati positivi provengono da un allevamento all’aperto su un esteso terreno recintato in ambiente agricolo-forestale: un tipo di allevamento che, per sua stessa natura, presenta un maggiore rischio di esposizione alla malattia, in considerazione della condivisione ambientale con più specie selvatiche potenziali serbatoio di infezione.

Il ritrovamento di questo parassita su carni di suino domestico rappresenta un evento del tutto eccezionale- spiega una nota dell'Istituto-  sebbene la presenza di larve di Trichinella sia di frequente riscontro sulle carcasse di animali selvatici, soprattutto nel lupo, nella volpe, sporadicamente nel cinghiale e nei mustelidi.

Il Regolamento UE 2015/1375 prescrive il controllo sistematico delle carni per la ricerca delle larve di Trichinella sulle carcasse di suidi e di equidi sottoposte a regolare macellazione prima che il veterinario ufficiale possa destinarle al libero consumo. Il controllo per la trichinellosi è obbligatorio anche sulle carni dei cinghiali cacciati.

Per la ricerca della Trichinella l’IZSAM esamina ogni anno quasi 63.000 campioni di muscolo di suino domestico (la media degli ultimi tre anni è di 62.600) eppure, almeno dagli anni ’70 ad oggi, non si erano mai riscontrati rilievi di positività in questa specie nel territorio dell’Abruzzo e del Molise.