La Commissione chiede anche al Governo di valutare l'esigenza di valorizzare la filiera agricola del latte e " la possibilità di prevedere l'utilizzazione, nel latte in polvere destinato ad uso zootecnico e nei suoi derivati, di traccianti di evidenziazione innocui per la salute umana ed animale e in grado di rendere tali prodotti stabilmente evidenziabili".
Al commento positivo del Ministro delle Politiche Agricole, Saverio Romano, è seguito un coro di proteste, soprattutto da parte delle organizzazioni agricole.
Confagricoltura -"Eravamo contrari allo yogurt fatto con il latte in polvere, ci opponiamo allo stesso modo a quello realizzato con il latte concentrato" afferma il vicepresidente di Confagricoltura (con delega per il settore zootecnico) Antonio Piva che sottolinea: "la concentrazione è comunque un'alterazione della materia prima, in presenza di un prodotto che non ha le caratteristiche del latte e che deve poi essere rigenerato e ricostruito".
Adusbef e Federconsumatori si dicono preoccupati per la "competizione sleale che inevitabilmente si realizzerà provocando danni alle imprese nazionali" e "per il deficit informativo che subiranno i consumatori di fronte a scelte di prodotti che, avendo la medesima denominazione commerciale, contengono differenti proprietà". Lannutti e Trefiletti precisano che "il latte concentrato di norma è ottenuto a partire dal latte a lunga conservazione, che spesso è realizzato dal latte ritirato dai supermercati a pochi giorni dalla scadenza".
Per Coldiretti, "il tentativo di mettere in commercio in Italia lo yogurt ottenuto da latte concentrato senza alcuna indicazione in etichetta va fermato perché inganna i consumatori e danneggia gli allevatori". "La modifica della norma viene giustificata con la necessità di ridurre i costi di trasporto, poiché il concentrato occupa meno spazio del latte fresco, senza considerare tuttavia - denuncia la Coldiretti - il forte impatto che ha sulle caratteristiche qualitative del prodotto in vendita. Un danno per i consumatori e per i produttori perché si consente di utilizzare concentrato a basso prezzo importato anche da paesi extracomunitari invece del buon latte fresco delle campagne italiane. Un effetto molto probabile se si considera che sono stranieri 3 dei primi 4 produttori che coprono il 60% del mercato nazionale dello yogurt".
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