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PNRR, cosa devono fare le Regioni e cosa chiedono

PNRR, cosa devono fare le Regioni e cosa chiedono
Una quota significativa delle azioni del PNRR compete alle Regioni. A loro vanno 87,4 mln di euro. Ma non basta. La Conferenza delle Regioni chiede la copertura delle multe europee per inquinamento.


Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza) attribuisce alle regioni e agli enti locali "una quota significativa" degli investimenti previsti dal Piano. Alle Regioni vanno 87,4 mld di euro su un totale di investimenti (PNRR e Fondo complementare) previsti in 222,1 mld di euro.  "Risulta inimmaginabile - osserva la Conferenza delle Regioni- che rispetto a questa imponente previsione di investimenti non siano recuperate le risorse per far fronte all’infrazione comunitaria (una sanzione tra  1,5 e 2,3 miliardi di euro) per particolato e ossidi di azoto". 
Le Regioni stimano una somma pari allo 0,9% delle disponibilità finanziarie del Piano, per affronare l'inquinamento con "interventi concreti, sicuramente etichettabili come “green”.

Nel  2020 della Corte di Giustizia europea  ha accertato che lo Stato italiano è venuto meno agli obblighi imposti dalla Direttiva 2008/50/CE per avere superato, in maniera sistematica e continuativa, dal 2008 al 2017, i valori limite giornaliero e annuale fissati per il PM10, oltreché per non avere adottato misure appropriate per garantire il rispetto di tali valori limite" il cui superamento è tuttora in corso", fa notare la Conferenza. Le Regioni segnalano quindi la necessità di "adeguate misure" per superare le infrazioni. Al riguardo la Conferenza ha presentato emendamenti alla Legge di Bilancio per reperire le risorse necessarie ad attuare correttamente la Direttiva europea.

Superati i limiti europei nel Nord Italia- Nel PNRR si evidenzia che "la Commissione Europea ha aperto tre procedure di infrazione per l'inquinamento atmosferico contro l'Italia per particolato e ossidi di azoto. Nel 2017, 31 aree in 11 regioni italiane hanno superato i valori limite giornalieri di particolato PM10. L'inquinamento nelle aree urbane rimane elevato e il 3,3 per cento della popolazione italiana vive in aree in cui i limiti europei di inquinamento sono superati.

Brescia e Bergamo le più inquinate- In un’analisi europea sulla maggiore mortalità causata dall’esposizione a polveri sottili e biossido di azoto, tra le prime 30 posizioni ci sono 19 città del Nord Italia, con Brescia e Bergamo in cima alla classifica. L'inquinamento del suolo e delle acque è molto elevato, soprattutto nella Pianura Padana. La Pianura Padana è anche una delle zone più critiche per la presenza di ossidi di azoto e ammoniaca in atmosfera a causa delle intense emissioni di diverse attività antropiche, comprese quelle agricole”.

Condividere i progetti e i flussi finanziari- Le Regioni chiedono di condividere i progetti e di definire i soggetti attuatori per rispettare i tempi e ottenere il 70% delle risorse entro il 2023 (circa 61 mld) e il 100% entro il 2026. "Si tratta, altresì, di condividere la gestione dei flussi finanziari dei singoli progetti - sostengono le Regioni- che nelle autonomie speciali assume una particolare specificità in base alle disposizioni dei singoli Statuti".
tab pnrr