Protestano i Veterinari sardi: “Pubblicate le graduatorie”

Il comparto ovi-caprino rischia di fermarsi il 31 dicembre. ANMVI Sardegna: sblocco graduatorie urgente per fare ripartire l’assistenza veterinaria e le analisi del latte.

E’ quasi trascorso un anno da quando circa 130 Medici Veterinari della Sardegna hanno partecipato al concorso per passare alle dipendenze dell’Agenzia regionale LAORE e prestare la loro assistenza tecnica in favore del patrimonio ovi-caprino sardo. Corrette le procedure concorsuali (per titoli e con esperienza pregressa) a detta di ANMVI Sardegna, che si appunta invece sui ricorsi, un centinaio e già rigettati. Eppure le graduatorie non vengono pubblicate.

Il TAR Sardegna si è già pronunciato a giugno sulla legittimità del requisito della laurea in medicina veterinaria. Ciononostante questi ricorsi continuano, inspiegabilmente, a tenere in scacco non solo le graduatorie, ma le stesse attività dell’Agenzia regionale. I ricorsi hanno inficiato anche le regolari progressioni del personale interno a LAORE. Tutto bloccato.

ANMVI Sardegna sottolinea che l’assistenza tecnica erogata da LAORE è fondamentale per l’attuazione dei programmi regionali in campo agricolo e per lo sviluppo rurale. L’Isola, già provata dalla vertenza del latte ovino e ora piegata dalla crisi economica da Covid-19, ha l’urgente necessità di mettere in sicurezza la propria filiera produttiva, dall’allevamento fino alla trasformazione casearia del latte ovino. Per fare questo, occorre far ripartire l’assistenza tecnica veterinaria al patrimonio ovicaprino sardo e far ripartire le analisi del latte: i laboratori, in liquidazione, rischiano la chiusura entro l’anno.

Sta dunque arrivando al pettine il nodo di circa 250 professionalità (fra agronomi, veterinari, periti agrari, biologi, tecnici di laboratorio e amministrativi) che da 11 anni attendono il passaggio dall’Associazione regionale allevatori - in liquidazione per insolvenza- nell'Agenzia LAORE.

Queste professionalità, fra cui 130 Medici Veterinari  cesseranno il loro rapporto di lavoro il 31 dicembre 2020. A concorsi fatti, non ci sono più ragioni per continuare a danneggiare il benessere animale, l’occupazione e l’economia dell’Isola.

Nella foto ANSA: sit in dei dipendenti ex Aras