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LOMBARDIA

Accordo latte: giù il prezzo base e benessere certificato

Accordo latte: giù il prezzo base e benessere certificato
Certificazione del benessere animale, dal 2021, per gli allevamenti lombardi di bovini da latte. Premio o penalità per il latte da conferire alle aziende di trasformazione.

E' scontro Coldiretti-Confagricoltura in Lombardia sul nuovo Accordo-Latte. Definito nei giorni scorsi, l'asse con Italatte non piace a Confagricoltura Lombardia, la regione che con i suoi  5 mila allevamenti e 500 mila vacche da latte,  produce oltre il 40% del latte italiano.

Intesa Coldiretti- Italatte- L’intesa è stata siglata con Italatte (società del gruppo Lactalis, la più importante industria casearia a livello nazionale, che rappresenta importanti marchi come Parmalat o Invernizzi) ed è il frutto di "una trattativa complessa – spiega Presidente di Coldiretti Lombardia – che risente del periodo difficile dovuto all’emergenza mondiale innescata dal Coronavirus, con una congiuntura di mercato non favorevole".  L'Accordo, dichiara Voltini, "mette dei paletti sotto i quali non si potrà scendere".
Qualora gli allevatori dovessero produrre di più rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, soprattutto nelle stagioni fredde, ci sarà una riduzione di sei centesimi al litro.

Prezzo base indicizzato- Da gennaio 2021 sarà ancora in vigore il meccanismo che fa riferimento alle quotazioni del Grana Padano, con un prezzo base a 35,5 centesimi al litro. Per il 2021, inoltre, rimane invariata la tabella "qualità latte" e sarà garantito il ritiro dei volumi di latte concordati. Al di fuori dell'Accordo scattano penalità sul prezzo base.
L'anno scorso il prezzo base era di 37 centesimi al litro, ma quest'anno la crisi da Covid-19 ha imposto ribassi di prezzo e generato- secondo Coldiretti- comportamenti speculativi durante il lockdown.

Benessere animale da gennaio 2021-  Da gennaio del 2021, ogni azienda agricola dovrà certificare il rispetto del benessere animale, mentre sono previsti incontri periodici tra le parti per monitorare l’andamento del mercato lattiero caseario. Penalità potrebbero scattare per quegli allevatori che non saranno in grado di certificare il rispetto del benessere dei propri animali.
Non si tratta di una novità assoluta. La certificazione del benessere animale era già entrata negli accordi di filiera nel 2019.

La reazione di Confagricoltura Lombardia- «Questa intesa ha segnato una svolta negli accordi sinora stipulati e rischia di incidere pesantemente su tutte le future trattative, è necessario creare un organismo interprofessionale per rappresentare tutte le componenti della filiera» sottolinea il presidente di Confagricoltura Lombardia, Antonio Boselli, in un comunicato.
"Con questo accordo, il differenziale con la Ue si ridurrà del 30% (-1,5 centesimi, che per una stalla media lombarda significa circa 20mila euro), non è più prevista una differenziazione mensile (con rischio in estate di quotazioni basse del latte)". Boselli boccia anche il contingentamento mensile del latte nei mesi invernali e aggiunge: "Le vacche non sono macchine che possono produrre a comando e che il latte prodotto in più nei 6 mesi estivi non riceverà alcuna premialità rispetto al contratto".

Critica anche Cia- “E’ un capolavoro al contrario – dice il presidente di Cia Agricoltori Italiani Provincia Centro Lombardia Paolo Maccazzola – dà ancora più poteri alle industrie di trasformazione, di fatto reintroduce il sistema delle quote, e riduce il prezzo agli allevatori, avvicinandolo a quello basso del resto d’Europa".

Il timore condiviso da Confagricoltura e Cia lombarde è che il modello Coldiretti-Italatte venga esteso a tutta Italia. Le aziende italiane, -concludono Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura e Copagri- sono le più controllate al mondo e garantiscono la sostenibilità e il benessere animale”.