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AFFARI COSTITUZIONALI

Equo compenso: è costituzionale e non è un tariffario

Equo compenso: è costituzionale e non è un tariffario
L'equo compenso non presenta ostacoli costituzionali. Nulla osta a una legge nazionale per le professioni intellettuali. Via libera della Commissione Affari Costituzionali alla pdl Meloni.


La disciplina dell'equo compenso è in discussione alla Camera dei Deputati, dove dal 29 giugno scorso la proposta di legge dei deputati Meloni, Morrone e Mandelli è adottata come testo base. Ieri, è arrivato il  parere favorevole, con osservazioni, della Commissione Affari Costituzionali che ha messo due punti fermi nel dibattito di questi anni, affermando la costituzionalità dell'equo compenso e la sua compatibilità con le norme della libera concorrenza.

Alla luce del Titolo V della Costituzione, "si giustifica una uniforme regolamentazione sul piano nazionale", secondo la Commissione, che nel suo parere esclude una incongruenza costituzionale fra l'adozione di una legge nazionale sull'equo compenso e le competenze regionali sulle professioni. La pdl, infatti, interviene sulla materia «ordinamento civile» (con l'inserimento di nove nuovi commi nell'articolo 2233 del codice civile)  la cui competenza legislativa è una esclusiva dello Stato.

Per quanto riguarda le obiezioni dell'Antitrust - che da sempre ravvisa nell'equo compenso il rischio di una surrettizia reintroduzione delle tariffe minime (vietate ai professionisti dal 2006)- il parere mette in luce due aspetti che suonano come raccomandazioni per la Commissione Giustizia, titolare dell'iter parlamentare:
1) la disciplina dovrà mantenere una portata generale per tutte le prestazioni d'opera intellettuale e non solo per quelle rese ai considdetti clienti "forti" (come ad esempio le banche);
2) non dovrà prevedere la nullità d'ufficio di un compenso non equo, bensì la possibilità per il professionista di impugnare gli accordi e sarò il giudice a rideterminare il compenso in base ai decreti che fissano dei parametri di liquidazione del compenso.
La Commissione Affari Cosituzionali ricorda che dal 2019, i professionisti hanno anche a disposizione, a tutela dei diritti individuali omogenei, lo strumento della class action.

Le osservazioni rese dalla Commissione Affari Costituzionali dovranno orientare la prosecuzione dell'iter e soprattutto i lavori della Commissione Giustizia. A quest'ultima è rinviata la valutazione sulla composizione dell'Osservatorio ministeriale per l'equo compenso e di chiarire se debba essere formata o meno soltanto da esponenti degli Ordini professionali vigilati dalla Giustizia.

Sul testo base  e sul parere approvato ieri, la Commissione Affari Costituzionali ha visto una convergenza bipartisan

(C. 3179 e abb.)
Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali
D'iniziativa dei deputati - Meloni, Morrone, Mandelli

PARERE APPROVATO