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LAUREA IN VETERINARIA

Cattedre: inconcludente risposta in Commissione

Cattedre: inconcludente risposta in Commissione
Va valutata "con la migliore predisposizione" l'ipotesi di un maggior numero di classi di concorso. La Sottosegretaria Bergamini: decide il Mur, la laurea sarà abilitante.

Sono troppo poche le classi di insegnamento accessibili dai laureati in medicina veterinaria. Una limitazione incorente con il bagaglio di conoscenze acquisite nel percorso di laurea evidenziata ai Ministri dell'Università di tutti i Governi.  Ieri è stata la volta della Sottogretaria ai rapporti con il Parlamento Deborah Bergamini (FI). All'interrogazione della deputata veterinaria On Doriana Sarli, Bergamini ha risposto rinviando la competenza al Mur. Il Ministero dell'Università, ha detto, "valuterà con la migliore predisposizione l'ipotesi che la laurea LM-42 possa far accedere ad un maggior numero di classi di concorso".

La sottosegretaria  ha aggiunto che, "qualora il Ministero dell'Università  nell'ambito della ciclica revisione delle classi di concorso, ne ravvisi l'opportunità, non si mancherà di sottoporre tale ipotesi al Consiglio Universitario Nazionale, per il prescritto parere". "Ad ulteriore conferma dell'attenzione e dell'importanza che il Mur riconosce al percorso di laurea in veterinaria", Bergamini ha evidenziato "come la stessa sia ricompresa nel novero delle «nuove» lauree abilitanti".

A commento dell'interrogazione, Bergamini ha aggiunto considerazioni sul concetto one health: "L'istanza -ha detto- trova senza dubbio fondamento nel dibattito scientifico degli ultimi anni che, peraltro, si è intensificato proprio in occasione dell'analisi delle vicende che stiamo vivendola causa della pandemia. Tali vicende, infatti, hanno evidenziato la chiara compenetrazione di effetti scaturenti da avvenimenti incidenti sulla salute umana e quella animale, e viceversa".
  
In replica, Doriana Sarli ha ringraziato "per l'apertura e la disponibilità manifestata dal Governo, che raccoglie le numerose sollecitazioni sopraggiunte dal mondo dei giovani laureati in medicina veterinaria". Ha quindi precisato che "la richiesta di valutare l'accesso a nuove classi di concorso non nasce esclusivamente da mere esigenze occupazionali, ma, piuttosto, dalla legittima aspirazione a poter trasferire le conoscenze acquisite in anni di studio multidisciplinare agli studenti più giovani".

Sul riconoscimento del valore abilitante alla laurea in veterinaria, l'On Sarli ha ribadito il proprio apprezzamento.