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United Against Rabies: obiettivo 2030 più forte e più minacciato

United Against Rabies: obiettivo 2030 più forte e più minacciato
United Against Rabies per l'eradicazione entro il 2030. Non solo volpi e cani. I rischi emergenti chiamano in causa altre specie e altre minacce.


E' ormai di evidenza globale l'interdipendenza della salute umana e animale nel superamento delle zoonosi note ed emergenti. Fra queste, la rabbia rappresenta una delle zoonosi più antiche e più difficili da eradicare nonostante sia "totalmente prevenibile". Al Forum United Against Rabies - organizzato da OIE, FAO e OMS- parla di "un grave e persistente problema per la sanità pubblica".

Gli organizzatori del Forum ricordano che esiste un piano strategico globale per porre fine alle morti umane per rabbia mediata dai cani entro il 2030. Il piano, lanciato nel 2015, si basa sul rafforzamento "one health" dei sistemi sanitari, ma - avvertono le tre sigle- "affichè diventi realtà, c'è ancora bisogno di sforzi, volontà politica, impegno e risorse".

Alieni e invasivi- Anche se l'Europa occidentale è in grado di sconfiggere la rabbia, soprattutto grazie alla vaccinazione orale per le volpi, gli osservatori scientifici sono preoccupati per la diffusione di una specie aliena e invasiva come il procione (cfr.Cordis). La preoccupazione è che possa seriamente complicare la situazione in alcune zone dell'Europa orientale.
Di origine nordamericana, il procione è una specie invasiva che si stabilì in Europa  negli anni Settanta, a causa della caccia e del commercio di pelliccia. Divenne presto anche molto richiesto come animale domestico (qui la notizia di un sequestro a Milano nel 2019). Difficili da controllare, questo mammifero riesce ad adattarsi velocemente a diversi ambienti e habitat con dieta onnivora, ha un alto potenziale riproduttivo in assenza di predatori naturali. Negli ultimi anni, la sua espansione, in particolare in Spagna, destò molta apprensione tanto da indurre ill Consiglio nazionale di ricerca spagnolo a pubblicare la "lunga lista di malattie che può portare", fra cui il Baylisascaris procyonis.

Il ruolo del lockdown- Tra gli studiosi non c'è una visione concorde sul ruolo del lockdown. La tesi che la "natura si sia ripresa i suoi spazi" generando una maggior libertà di movimento nei selvatici e negli alieni (volpi, cinghiali, lupi, cervidi, procioni, scoiattolo grigio) non è sottoscritta all'unanimità. Unanime invece l'attenzione sulle conseguenze per gli eco-sistemi, per la sicurezza, la salute e l'economia.

Guardia alta- Il verificarsi di un raro caso di Lyssavirus in Italia, nei mesi scorsi, ha dimostrato come le figure professionali come i Medici Veterinari rappresentino una rete di capillare sorveglianza permanente. L'Italia - come ricorda il Centro di Referenza Nazionale per la Rabbia è ufficialmente indenne dalla rabbia classica dal 2013, dopo una fase di ritorno temporaneo di casi nel Nord Est.
Dal 2015, in seguito all'aggiornamento delle norme sul pet passport, l'Italia non consente l'introduzione di cani, gatti e furetti anche di età inferiore alle dodici settimane che non siano stati vaccinati contro la rabbia.


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