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CONSIGLIO DI STATO

M57, captivazione può averlo reso più aggressivo

M57, captivazione può averlo reso più aggressivo
Il Consiglio di Stato annulla il provvedimento di captivazione permanente dell'orso M57. Ma l'esemplare non sarà reimmesso in libertà. La Provincia di Trento dovrà consultarsi con ISPRA.


Per il Consiglio di Stato "viene meno ogni titolo per il regime di captivazione nel quale si trova allo stato ristretto l’esemplare M57". Sarà rimesso in libertà? Con la sentenza emessa ieri, Palazzo Spada supera il tema della cattura- ormai avvenuta- e si concentra sulla captivazione permanente del plantigrado che aveva ferito un carabiniere fuori servizio, nei boschi di Andalo nella notte del 22 agosto del 2020. Il tema si sposta sulle condizioni di detenzione dell'animale, nella struttura Casteller, che potrebbero avere inasprito l'aggressività dell'animale.

Secondo la Provincia  di Trento la reimmissione in natura dell’esemplare catturato è una ipotesi "non percorribile per la particolare pericolosità mostrata dallo stesso, che non ne consentirebbe una efficace e utile sorveglianza a mezzo radiocollare”. Parzialmente d'accordo il Consiglio di Stato secondo il quale l'annullamento dell'ordinanza di captivazione permanente non porta sic et simpliciter ad un effetto ripristinatorio incondizionato". C'è il rischio che una volta tornato in libertà, M57 possa essere più aggressivo di prima.

Infatti, “la possibilità ex lege riconosciuta al Presidente della Provincia di catturare e tenere in captivazione permanente specie protette non esonera lo stesso dall’assicurare all’esemplare posto in captivazione un habitat il più vicino possibile a quello naturale". Non si può costringere tale esemplare "a vivere in uno stato di abbrutimento che, oltre a sostanziarsi in forme di maltrattamento, finisce per rendere ancora più aggressivo il plantigrado”.  Per il Consiglio di Stato "non può infatti escludersi che l’esemplare M57, provato dalla prolungata captivazione, abbia accumulato, in tale contesto di lunga permanenza in un luogo non gradevole, un’aggressività aggiuntiva, determinata dalla captivazione disposta in presenza di presupposti carenti, e dalle particolari condizioni della stessa".

Il Casteller è adeguato? La Provincia ha più volte affermato che "le condizioni del centro rilevano al più sul piano dell’esecuzione del provvedimento, ma non già su quello della sua validità".
Dunque, la Provincia di Trento, consultato preventivamente l’ISPRA, "dovrà valutare se le condizioni attuali dell’esemplare M57 abbiano inasprito l’aggressività dello stesso, al punto da suggerire l’adozione di misure diverse dalla sua liberazione".

In particolare, nell’ottica della tutela dell’incolumità pubblica ispirata al principio di proporzionalità, e alla tutela delle condizioni dell’animale come garantita dalle fonti primarie (anche di rango comunitario), dovrà valutare se sia praticabile la liberazione con radio collare, ovvero la soluzione analoga a quella in precedenza adottata per l’esemplare DJ3 e  alla quale la stessa Provincia non si era opposta.

«Una sentenza storica», affermano Enpa e Oipa, «di altissimo profilo, che riconosce la validità delle nostre posizioni. Una sentenza che entra finalmente nel merito investigando approfonditamente un evento finora affrontato in maniera frettolosa e superficiale. Noi faremo la nostra parte, seguendo con attenzione la risposta concreta della Provincia autonoma di Trento».

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