• Utenti 10
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 30940
GIOSTRA DELL'ORSO

Condanna per "caos totale", assoluzione per il tanax senza sedazione

Condanna per "caos totale", assoluzione per il tanax senza sedazione
Una sola richiesta di condanna per l'abbattimento di Oracle Force nel 2014. Per il pm la responsabilità è del presidente della commissione veterinaria.

Come tale, è la tesi dell'accusa,avrebbe avuto l’obbligo di conoscere e di applicare il regolamento della gara. Ma non lo fece. Una omissione che secondo il pubblico ministero del Tribunale di Pistoia aveva avuto come conseguenza la morte di Oracle Force, una delle due cavalle (assieme a Golden Storming) infortunate e soppresse in quella edizione.
Per tutti gli altri imputati e per l’altro capo di accusa, una richiesta di assoluzione. Si è concluso così, ieri a Pistoia, il processo per i fatti della  Giostra dell’Orso del 2014.

Quanto avvenne, sostiene il pm, fu conseguenza del «caos totale» che vi fu nell’organizzazione di quella edizione, «gestita con approssimazione». Caratterizzata dall’ingresso del Coni come ente patrocinatore e dall’equivoco che dovesse essere la federazione Fitetrec Ante ad organizzare l’evento anziché il Comitato della Giostra dell’Orso.
Un equivoco che secondo il pm – con i rioni che, sbagliando, si erano sentiti esclusi dall’organizzazione – portò il veterinario presidente della commissione a non venire a conoscenza e, quindi, a non applicare il regolamento della Giostra, che avrebbe impedito ad Oracle Force – le cui zampe anteriori non rispettavano il limite minimo di 18 centimetri di circonferenza (erano di 16,5) – di gareggiare e quindi di riportare la frattura che ne aveva comportato l’abbattimento.
Sulla causalità fra arti troppo sottili e infortuni il pm ha chiarito che, anche in assenza di una letteratura scientifica in tal senso, è sufficiente a provarla quella legge statistica dettata dall’esperienza: come i trent’anni di studi sugli infortuni al Palio di Siena.

Nessuna responsabilità in questo invece, secondo il pm, da parte degli altri tre imputati per tale morte: proprietaria, preparatore e fantino della cavalla, che, a differenza del presidente della commissione, non avevano alcun obbligo nel garantire l’applicazione del regolamento.

Chiesta l’assoluzione per tutti per quanto riguarda l’altro capo di imputazione la soppressione di Golden Storming con il Tanax senza preventiva sedazione. In tal caso nessuno dei tre veterinari sotto accusa aveva una posizione di garanzia e di controllo, un obbligo che possa far configurare il reato di maltrattamenti. Al limite nel loro comportamento, ha sostenuto il pm, può essere ravvisato un profilo di colpa per imperizia. Forse una grave colpa, ma non penalmente perseguibile.

Da qui la richiesta di assoluzione perché il fatto non sussiste. (fonte: Il Tirreno)

Giostra dell'orso: fu un altro veterinario a fare l'eutanasia
“Fatti in là”: l'iniezione non la fecero i veterinari imputati