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LA RISPOSTA DEL MEF

Il Mef conferma gli ISA, ma "i controlli non sono automatici"

Il Mef conferma gli ISA, ma "i controlli non sono automatici"
Il MEF conferma gli ISA e rassicura: la loro applicazione "non implica un rigido automatismo nello svolgimento di attività di controllo".


Due interrogazioni in Commissione Finanze, ieri, hanno chiesto iniziative per risolvere le criticità degli Indici Sintetici di Affidabilità. Il Sottosegretario Pier Paolo Baretta (PD) ha risposto confermando la loro applicazione puntando all'emersione spontanea di basi imponibili e a stimolare l'assolvimento degli obblighi tributari. Ma Baretta ha anche aggiunto che "l'attribuzione di un determinato punteggio non comporta, di per sé (ossia sulla base degli elementi di rischio “insiti” nella valutazione di affidabilità fiscale operata dall'ISA), l'attivazione di attività di controllo".

L'aut aut degli interroganti- Le interrogazioni degli On Sestino  Giacomoni (FI) e Alberto Gusmeroli (LEGA) prospettavano due soluzioni. Con la prima si chiedeva che - nel primo anno di applicazione- fosse consentito ai contribuenti di calcolare gli ISA in via facoltativa e di portarli a regime il prossimo anno. Con la seconda opzione si chiedeva di passare, in alternativa alla prima soluzione, alla disapplicazione totale degli ISA per l'anno 2018.

Punteggio inferiore a 6 e controlli- Il Sottosegretario ha spiegato che "l'applicazione degli ISA non implica un rigido automatismo nello svolgimento di attività di controllo" e che i contribuenti con punteggi inferiori a 6 possono migliorare il proprio profilo di affidabilità, indicando ulteriori componenti positive. "In ogni caso - ha aggiunto- è sempre consigliato fornire elementi esplicativi compilando le apposite «note aggiuntive» presenti nel software di compilazione".
 "Le informazioni comunicate attraverso le note aggiuntive rappresentano, infatti, per l'Agenzia delle entrate un prezioso bagaglio informativo che consente agli uffici di disporre di elementi utili a indirizzare la propria attività di analisi solo sulle «posizioni più a rischio per la successiva fase dei controlli» tralasciando, viceversa, quelle di coloro che, pur avendo ottenuto livelli minimi di affidabilità, hanno evidenziato idonei elementi giustificativi.

"Dialogo per rivedere le criticità"-   Le risultanze di questo nuovo strumento di compliance "rappresenteranno uno degli strumenti che consentirà all'Agenzia una sempre più ragionata azione di analisi del rischio, finalizzata a rendere più efficiente e a programmare in modo mirato l'azione di contrasto all'evasione, a concentrare le proprie risorse destinate alle attività di controllo sulle posizioni di coloro che mostrano reali e significativi elementi di criticità".

Il Governo - ha concluso- "avvierà un dialogo con gli operatori per rendere sempre più equo ed efficiente l'intero processo, rivedendone eventuali criticità".