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RAPPORTO ECDC

Antimicrobici nell'uomo, cresce l'uso di quelli di ultima linea

Antimicrobici nell'uomo, cresce l'uso di quelli di ultima linea
Nell'ultimo decennio, il consumo totale di antimicrobici nell'uomo è calato del 23%. Un risultato importante secondo l'ECDC che tuttavia nello stesso periodo registra un aumento di antibiotici “di riserva”.

Il settore delle cure umane (cure primarie e ospedaliere) ha registrato diminuzioni senza precedenti del consumo medio di antimicrobici durante il 2020 e il 2021. Ma nello stesso biennio si sono registrati forti aumenti nel consumo di antibiotici ad ampio spettro e di ultima linea. Lo rileva l'ECDC (European Centre Disease Control) che pubblica il rapporto aggiornato al 2021 sui consumi di antimicrobici in Europa. Il rapporto- un pacchetto di quattro pubblicazioni-  viene presentato oggi con una conferenza europea via streaming.

I dati si riferiscono all'Unione Europea e allo Spazio Economico Europeo (SEE) che comprende i 27 Paesi UE più Islanda, Liechtenstein e Norvegia. Per l'analisi delle tendenze in atto sui consumi, il periodo di riferimento è il decennio 2012-2021, per le patologie il periodo osservato va dal 2016 al 2020. Gli ultimi anni sono segnati dalla pandemia che, avverte l'ECDC, ha profondamente influenzato l'andamento epidemiologico e dei trattamenti.

Quadro generale-  Nel periodo 2012-2021 è stata osservata una diminuzione del 23% del consumo totale di antimicrobici negli esseri umani, nei settori delle cure primarie e ospedaliero combinati. Anche se questo rappresenta un risultato, c'è stato un aumento della percentuale di antibiotici "ad ampio spettro" utilizzati, in particolare negli ospedali. Tra il 2012 e il 2021 negli ospedali è aumentato del 15% il consumo di antibiotici “ad ampio spettro”, del 34% il consumo di carbapenemi e del 34% la quota di antibiotici “di riserva”, cioè di antibiotici da riservare al trattamento di polifarmaci confermati o sospetti. infezioni resistenti - più che raddoppiate nello stesso lasso di tempo.
Le percentuali di AMR riportate variano ampiamente tra i paesi per diverse combinazioni di specie batteriche e gruppi antimicrobici. In generale, le percentuali più basse di resistenza antimicrobica sono state segnalate dai paesi del nord Europa e le più alte dai paesi del sud e dell'est dell'Europa.

Azioni da intraprendere- La Direttrice del Centro ECDC, Andrea Ammon (foto), registra "un preoccupante aumento di decessi attribuibili alle resistenze antimicrobiche, soprattutto a causa di batteri resistenti agli antimicorbici di ultima linea". A causa di queste infezioni, in Europa, "circa 100 persone al giorno muiono a causa di queste infezioni". Secondo Ammon sono necessari ulteriori sforzi da parte di tutti i governi nazionali per ridurre l'uso non necessario di antimicrobici, migliorare la prevenzione delle infezioni, implementare piani di gestione degli antimicrobici, conseguire livelli adeguati in ambito microbiologico e osservare congiuntamente le resistenze nell'uomo e negli animali. Il ricorso a test di sensibilità, secondo ECDC, dovrebbe passare per linee guida scientifiche di buona pratica professionale piuttosto che per via legislativa. Ammon ha citato l'Italia come il Paese che ha adottato un piano nazionale contro la resistenza antimicrobica ancor prima della pandemia e degli scenari odierni

Il ruolo dei cittadini- La Direttrice del Centro Europeo per il Controllo delle Malattie ha inoltre sottolineato l'importanza di lavorare sulla consapevolezza dei cittadini. "C'è ancora molto lavoro da fare - ha dichiarato- per convincere i cittadini che per le malattie respiratorie non si devono utilizzare gli antibiotici". Dello stesso avviso Sandra Gallina (DGSANTE) che ha riportato dati di Eurobarometro secondo i quali solo il 50% dei cittadini europei è consapevole che i virus non si trattano con antimicrobici. Una percentuale, secondo Gallina, "ancora bassa, dovuta alla convinzione persistente che se il medico non prescrive un antibiotico sta sbagliando terapia"- ha affermato. Secondo Gallina, l'approccio deve essere "olistico" e ricomprendere anche la salute animale, evitando di focalizzare il problema su elementi isolati essendo multifattoriale. Gallina insiste quindi su "una buona agenda internazionale".

Innovazione farmacologica- Per Francesca Colombo dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD), l'impatto econonomico e di spesa delle resistenze deve tenere conto del fatto che "le resistenze non conoscono confini" e che tra le azioni da intraprendere c'è anche lo sviluppo di nuovi prodotti medicinali. Sull'innovazione farmacologica la DGSANTE concorda, ma sottolinea anche l'importanza di preservare l'efficacia dei medicinali oggi disponibili.

Decessi in aumento-La resistenza agli antibiotici fa 35mila morti ogni anno in Europa  e i numeri sono in aumento. Nei 30 Paesi dello Spazio economico europeo (i 27 Ue più Norvegia, Islanda e Liechtenstein) si sono registrate tendenze in aumento significativo sia nel numero stimato di infezioni e sia nei decessi attribuibili alla resistenza agli antibiotici. La tendenza all'aumento di patologie legate a batteri resistenti è stata generale nel periodo 2016-2020. L'anno della pandemia ha segnato un rallentamento in tutta Europa.

I Paesi più colpiti dalle resistenze- E' stata osservata una significativa tendenza all'aumento delle infezioni in 18 paesi (Cipro, Cechia, Danimarca, Finlandia , Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Spagna, Romania, Slovacchia e Svezia) e una significativa tendenza al ribasso in dieci Paesi (Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Portogallo e Slovenia). Il più alto carico di infezioni da batteri resistenti agli antibiotici viene stimato in Grecia, Italia e Romania. In questi Paesi risulta in contrazione anche l'aspettativa di vita in piena salute, vale a dire che è più alto il numero di anni persi a causa dei batteri antibiotico-resistenti.

I batteri responsabili- Il maggior numero di malattie è causato da Escherichia coli resistente alle cefalosporine di terza generazione, seguito da Staphylococcus aureus resistente alla meticillina e Klebsiella pneumoniae resistente alle cefalosporine di terza generazione.

Annual Epidemiological Report for 2021


Antimicrobial consumption in the EU/EEA (ESAC-Net)
Tabelle (dati per Paese e per antimicrobico)
Antimicrobial resistance in the EU/EEA (EARS-Net) - Annual epidemiological report for 2021
Assessing the health burden of infections with antibiotic-resistant bacteria in the EU/EEA, 2016-2020
Surveillance of antimicrobial resistance in Europe, 2021 data