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CEPLIS

E-card e tessera professionale: mobilità troppo burocratica

E-card e tessera professionale: mobilità troppo burocratica
Confprofessioni a Bruxelles chiede una vera mobilità per i professionisti europei e nessun test di proporzionalità.
Il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, anche in veste di Vicepresidente del Ceplis è intervenuto al breakfast meeting che si è svolto ieri al Parlamento europeo. In discussione, le ultime proposte della Commissione europea in materia di regolamentazione delle libere professioni, mobilità e strumenti di circolazione nell'Unione per la prestazione di servizi professionali.

Per Stella c'è bisogno di «meno burocrazia e più semplificazioni per favorire la mobilità dei professionisti nel mercato unico europeo». Il Pacchetto Servizi della Commissione europea non sembra andare in questa direzione. Entrando nel dettaglio, il vicepresidente del Consiglio europeo delle libere professioni (Ceplis)  si è soffermato su alcuni punti critici, chiedendo una chiara distinzione tra e-card dei servizi e tessera professionale «per evitare superflue sovrapposizioni tra i due strumenti», ma soprattutto la salvaguardia della piena autonomia dello Stato di destinazione sulla regolamentazione e la prestazione di servizi sul proprio territorio,  «per ragioni di interesse pubblico e per garantire la qualità e la sicurezza dei servizi professionali offerti».

Allo stato attuale - ha sottolineato - il livello di mobilità transfrontaliera dei liberi professionisti non è soddisfacente. «La proposta di direttiva all'esame del Parlamento europeo, insieme alla valutazione delle norme nazionali sui servizi professionali dovrebbe essere accompagnata da chiare linee-guida che aiutino gli Stati membri nell’implementazione nei loro sistemi legislativi». Il primo vicepresidente del Ceplis e presidente di Confprofessioni ha poi aggiunto che «l’adozione di un nuovo strumento legislativo che richieda agli Stati membri di accettare il test di proporzionalità causerebbe una confusione considerevole tra le amministrazioni nazionali e le organizzazioni professionali».

Insomma, c'è ancora molto lavoro da fare per favorire la piena mobilità dei professionisti in Europa, anche perché, ha concluso Stella, «alcune delle raccomandazioni di riforma per la regolamentazione dei servizi professionali, presenti nella Comunicazione della Commissione europea, non sembrano tenere in considerazione le specificità delle professioni liberali».

«Pertanto - ha concluso Stella - gli eventuali interventi normativi richiesti agli Stati membri e tesi a ridurre o eliminare il carattere restrittivo delle proprie regolamentazioni nei settori economici-chiave individuati dalla Commissione, dovranno comunque garantire che le prestazioni professionali mantengano standard elevati di qualità e sicurezza nell’interesse pubblico preminente».